Buona Vigilia Cari lettori!
Riuscite già a sentire lo spirito natalizio cari lettori? Io sì, grazie ad una storia che un simpaticissimo bambino e la sua mamma mi hanno chiesto di scrivere nella rubrica le
"FAVOLE DELLA BUONA NOTTE".
Questa favola non è solamente dedicata a
Simone e la sua mamma Annalisa, ma anche a tutti i bambini che la leggeranno in questa giornata speciale.
LA REALTÀ' DEI SOGNI
I bambini lo sanno.
Sanno che i desideri a volte sono
stravaganti e spesso irrealizzabili, ma semplicemente a loro non importa, perché
si ricordano ancora cosa vuol dire sognare senza avere qualcosa in cambio.
Simone ci pensò su, riflette
molto, ma alla fine decise di sigillare una volta per tutte la lettera e
metterla in bella vista fra i rami dell’albero addobbato.
“Quest’anno.” Pensò Simone “Babbo Natale avrà
il suo bel da fare.”
Un grande desiderio spedito
dall’altra parte del mondo, ecco quello che fece quella sera Simone e lui,
anche anni dopo, raccontando quella avventura ai suoi nipoti, non si pentì mai
di aver sigillato la magica busta.
I fogli giornalieri del calendario
di dicembre si erano staccati velocemente spazzati via dal freddo vento
invernale. Le prime gelate mattiniere, i primi fiocchi di neve e lo stesso 25 arrivarono
talmente in fretta a casa di Simone che la mamma la sera della vigilia era
ancora intenta ad amalgamare freneticamente l’impasto dei biscotti.
“Simo vuoi darmi una mano a
decorarli?” Chiese la mamma mentre tentava di togliersi dei pezzi di glassa
dalla frangia già pettinata per la cena della vigilia.
Il bambino che non riusciva a
stare fermo per l’agitazione si avvicinò al bancone della cucina.
“Sono pronto!”
“Perfetto, inizia a sistemare
quelli che ho già sfornato.”
Dopo il ventesimo biscotto Simone
non capiva se ci fosse più glassa sulla pasta frolla oppure sui suoi vestiti.
Sta di fatto che non gli importava perché pregustava già l’adrenalina che
avrebbe sentito nella zona della pancia quando si sarebbe sdraiato nel letto tentando
di lottare contro il sonno per godersi al meglio la sorpresa che sapeva sarebbe
arrivata.
Alla fine cedette e i suoi occhi
alle 12.45 si chiusero. Simone aveva tentato con tutte le sue forze di rimanere
sveglio, ma alla fine la cena di otto portate aveva avuto la meglio
trasportandolo in un sonno profondo.
A un tratto però un rumore
sospetto entrò a far parte del sogno di Simone, qualcuno chiamava dolcemente il
suo nome scuotendolo leggermente.
“Cosa diavolo ci fa in casa mia?” sussurrò
agitato Simone allo sconosciuto quando finalmente aprì gli occhi.
“Oh, oh, oh ragazzo! Mi aspettavo
un’accoglienza migliore.” Rispose lisciandosi la folta barba bianca.
“Babbo Natale?” Domandò Simone
sfregandosi gli occhi come per svegliarsi dal suo stesso sogno.
“Che intuito ragazzo. Non so come
tu abbia fatto ad indovinare.”
“Signore, mi sta prendendo in
giro?”
Babbo Natale proruppe in una
sonora risata.
“Solo un pochino ragazzo.”
Simone lo fissò incredulo e anche
un po’ allarmato. Non sapeva se fidarsi, e se quel signore non fosse stato il
vero Babbo Natale, ma solo un impostore? Cosa avrebbe fatto? Per sicurezza, si mise
sulla difensiva.
“Ancora non mi credi vero?”
Perfetto, ora gli leggeva anche nella mente. “Ne ho vista di gente scettica non
ti preoccupare, qui nella mia tasca però ho qualcosa che secondo me potrebbe
convincerti.”
L’anziano signore tirò fuori
dalla tasca della pesante maglia rossa un foglietto spiegazzato e lo consegnò
nelle mani del giovane. Simone incominciò a leggere:
Caro Babbo Natale, prima di tutto vorrei salutarti e chiederti come
stai. Capisco che per te questo periodo dell’anno è molto faticoso, però non
preoccupati, dopo il 25 anche tu avrai il tuo periodo di ferie.
Quest’anno penso di essere stato abbastanza buono, certo ogni tanto ho
fatto arrabbiare mamma e papà, ma mi sono impegnato a scuola e ho cercato
sempre di fare la cosa più giusta. Per questo vorrei chiederti il dono che
vorrei con tutto il cuore, una giornata con il mio migliore amico di sempre: il
t-rex. Ti ringrazio in anticipo per la tua gentilezza (Papà mi ha detto che si
dovrebbero chiudere così le lettere) a presto.
Simone alzò gli occhi dalla
lettera e guardò quello che ormai sapeva essere Babbo Natale con occhi nuovi.
Aveva sognato per tanti anni quel momento e mentre lo stava vivendo non gli
sembrava quasi vero. Sbatté le palpebre più volte e si schiarì la voce.
“Allora sei tu!”
“Sempre più perspicacie ragazzo.”
Ancora non riusciva a comprendere
completamente l’ironia di Babbo Natale perché forse nella sua immaginazione
doveva essere sprovvisto di sarcasmo.
“E adesso che finalmente non hai
più dubbi …. Sai cosa succede?”
Simone rimase in silenzio
fissandolo con la bocca secca dall’emozione.
“Andiamo dal tuo regalo.”
Babbo Natale si avvicinò al
bambino, lo prese per mano gentilmente e gli intimò di chiudere gli occhi.
Qualche attimo di sospensione, un fruscio di vestiti sospesi dal vento del
tempo e un fischio nelle orecchie portarono Simone verso la sua sorpresa.
Quando riaprì gli occhi non era più nella sua cameretta, ma davanti ad un
grande edificio con l’insegna spenta che riportava la scritta di: Museo
nazionale degli animali preistorici.
Simone non capiva, pensava di
essere stato chiaro nella sua letterina, lui voleva incontrare il suo amico
t-rex vivo, non una riproduzione di plastica in un museo. Guardò Babbo Natale
con sguardo interrogativo, ma lui sembrò non notarlo, anzi pareva addirittura
entusiasta.
“Arrivati! Lo so … lo so, il
museo è chiuso, ma penso che io e te stasera potremo fare un’eccezione e darci
lo stesso un’occhiatina.”
Babbo Natale con uno slancio da
vero sportivo passò senza fatica attraverso la parete del museo, come se fosse
fatto solo d’aria. Simone non credeva ai propri occhi.
“Avanti!” Senti la voce che
proveniva dall’interno del museo “Che cosa aspetti, seguimi, per questa sera io
e te condivideremo i miei poteri.”
Il bambino allora con coraggio
fece qualche passo avanti e chiudendo automaticamente gli occhi passò attraverso
il muro; gli sembrò di entrare per qualche secondo in una superficie morbida e
umidiccia per poi ritrovarsi, come per magia, al di là della parete.
Lo stupore che si disegnò sul volto
del bambino quando vide per la prima volta il museo illuminato, non poteva
essere maggiore.
Si trovava all’interno di un’isola
di dinosauri riprodotta a grandezza naturale riportando dettagliatamente ogni
caratteristica. Simone vagando con lo
sguardo non ci mise molto a trovare quello che gli interessava, il t-rex in mezzo
agli altri animali spiccava per dimensioni e fascino. Il bambino gli corse
incontro e fece passare lentamente la manina sulla superficie della pelle
grinzosa con un sorriso dolce sulle labbra. Ammirava profondamente quell’antico
animale, gli dava un senso di protezione che lo faceva sentire sempre al
sicuro. Pensava in cuor suo che se fosse rimasto per sempre con lui, nulla
avrebbe mai potuto scalfirlo.
“Allora ti piace?” Chiese Babbo
Natale incrociando le braccia sulla sua grande pancia.
Simone annuì incantato prima di
drizzare la schiena e girarsi verso Babbo Natale confuso, aveva ancora un
dubbio da chiarire. “È meraviglioso, ma … come mai mi hai portato qui? Potevi
regalarmi un biglietto per il museo e farmelo trovare sotto l’albero, quando ti
ho visto ho pensato che mi avresti portato a vedere un t-rex in carne d’ossa, non
che non sia contento adesso, però non capisco perché hai deciso di mostrarti
proprio a me.”
Babbo Natale lo guardò
sorridendo.
“Vieni Simone, siediti qui.” Il
ragazzo eseguì immediatamente. “Vedi, io mi sono mostrato a te e non a qualcun
altro quest’anno perché ne avevi bisogno e non perché volessi farti un regalo
più grande degli altri. Avevi bisogno di
capire nella tua sconfinata fantasia che i sogni si possono avverare anche
nella realtà e non solo nella tua testa. So che avresti tanto desiderato vedere
un t-rex vero, ma questo sogno meraviglioso, presente nella tua immaginazione,
può essere realizzato anche in modi differenti che ti permettano di seguire
realmente le tue passioni. Guardati intorno, siamo circondati dai tuoi amati
animali e ci sono tanti paleontologhi e ricercatori che continuano, anche
adesso, il loro lavoro per trovare nuovi resti che raccontino la storia di
questi grandi animali preistorici. Ogni giorno cercano di ricostruire un pezzetto
della loro vita e lo fanno per passione. Per seguire quel sogno grande che
avevano da bambini. Ricordati questo Simone e quando da grande lavorerai,
nessuno potrà toglierti questo bel sorriso dalle labbra.”
Simone adesso sapeva, mentre
guardava i suoi figli scartare i regali, che Babbo Natale quella sera di tanti
anni fa aveva ragione. Quella sera d’inverno, quando era uscito dal museo sotto
la neve ed era tornato a casa con il suo accompagnatore aveva capito cosa
avrebbe fatto da grande, quale sarebbe stato il suo sogno pazzo da seguire
nella realtà e quello fu il più bel regalo che qualcuno gli avesse mai fatto.
_Giulietta_
SPERO CHE QUESTA FAVOLA VI SIA PIACIUTA, UN ABBRACCIO E BUONE FESTE!