Salve cari lettori,
Sebbene in ritardo, anche questa settimana avremo il nostro libro!
Questa volta vorrei consigliarvi un libro psicologico, di quelli che creano dentro la tua testa un miliardo di domande e ti convincono letteralmente di avere una, nessuna e centomila personalità, ma siccome mi piace sperimentare stili diversi questo è uno dei miei preferiti anche se ne ho tanti ho deciso di consigliarvi questo libro, un vero classico della letteratura.
Uno nessuno e centomila
Autore: Luigi Pirandello
Prezzo: 8,50 €
Pagine: 165
Anno: 2005
Trama (presa da www.recensionelibro.it ) “Uno, nessuno e centomila” è sicuramente il libro più famoso e probabilmente più amato di Luigi Pirandello, in cui si concretizza un personaggio molto complesso, consapevole del proprio essere nel mondo, che crea un percorso interiore per arrivare alla rivelazione a se stesso di ciò che egli è.
Vitangelo Moscarda, il protagonista di “Uno, nessuno e centomila” è un uomo ordinario che ha ereditato la banca del padre e dopo averla affidata a due collaboratori vive di rendita. Un giorno la moglie gli fa una rivelazione, facendogli notare che ha il naso storto, cosa di cui lui non si era mai accorto.Da questo momento Vitangelo inizia a farsi una serie di domande, che pone anche agli altri, persino allo stesso lettore, e scopre che gli altri hanno un’immagine completamente diversa di lui rispetto alla sua percezione.
Ecco che si rivela l’arcano per sé di “Uno, nessuno e centomila”: lui si sente un uomo, ma anche con centomila forme diverse che desidera distruggere, perché a lui estranee, e lo vuole fare per arrivare a comprendere il vero sé.Il protagonista, nel corso del libro “Uno, nessuno e centomila”, arriva addirittura alla follia, che non è considerata in maniera negativa, ma come un modo di percepire il tutto con occhi estranei e liberarsi dall’oppressione della costrizione.
“Uno, nessuno e centomila” è il libro di Pirandello più amato e conosciuto, che ha segnato profondamente la letteratura italiana.
Biografia: Nasce a Agrigento nel 1867, da una famiglia borghese. Nel 1891 si laurea all'Università di Bonn. Tornato in Italia, si stabilisce a Roma dove inizia a collaborare a riviste letterarie; dal 1897 - ed ininterrottamente fino al 1922 - insegna all'Istituto superiore di Magistero, prima stilistica, poi letteratura italiana. Comincia a pubblicare poesie, saggi, romanzi e novelle, per poi affermarsi come autore drammatico nei due lustri seguenti al primo conflitto mondiale. Muore a Roma nel 1936, mentre sta lavorando a "I giganti della montagna". La sua opera più conosciuta è "Il fu Mattia Pascal"(1904) - dove un individuo ritenuto morto cerca invano di crearsi un'identità nuova, finendo per perdere anche l'originaria.
Vitangelo Moscarda, il protagonista di “Uno, nessuno e centomila” è un uomo ordinario che ha ereditato la banca del padre e dopo averla affidata a due collaboratori vive di rendita. Un giorno la moglie gli fa una rivelazione, facendogli notare che ha il naso storto, cosa di cui lui non si era mai accorto.Da questo momento Vitangelo inizia a farsi una serie di domande, che pone anche agli altri, persino allo stesso lettore, e scopre che gli altri hanno un’immagine completamente diversa di lui rispetto alla sua percezione.
Ecco che si rivela l’arcano per sé di “Uno, nessuno e centomila”: lui si sente un uomo, ma anche con centomila forme diverse che desidera distruggere, perché a lui estranee, e lo vuole fare per arrivare a comprendere il vero sé.Il protagonista, nel corso del libro “Uno, nessuno e centomila”, arriva addirittura alla follia, che non è considerata in maniera negativa, ma come un modo di percepire il tutto con occhi estranei e liberarsi dall’oppressione della costrizione.
“Uno, nessuno e centomila” è il libro di Pirandello più amato e conosciuto, che ha segnato profondamente la letteratura italiana.
"Ogni realtà è un inganno."
Biografia: Nasce a Agrigento nel 1867, da una famiglia borghese. Nel 1891 si laurea all'Università di Bonn. Tornato in Italia, si stabilisce a Roma dove inizia a collaborare a riviste letterarie; dal 1897 - ed ininterrottamente fino al 1922 - insegna all'Istituto superiore di Magistero, prima stilistica, poi letteratura italiana. Comincia a pubblicare poesie, saggi, romanzi e novelle, per poi affermarsi come autore drammatico nei due lustri seguenti al primo conflitto mondiale. Muore a Roma nel 1936, mentre sta lavorando a "I giganti della montagna". La sua opera più conosciuta è "Il fu Mattia Pascal"(1904) - dove un individuo ritenuto morto cerca invano di crearsi un'identità nuova, finendo per perdere anche l'originaria.
"La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l'estraneo siete voi."
_Giulietta_
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