Buongiorno cari lettori, stiamo raggiungendo la dirittura d'arrivo e questo è uno degli ultimi episodi del nostro racconto a puntate: Insieme che forse presto si trasformerà in un ebook... basta non voglio anticiparvi altro, vi auguro solamente buona lettura!
E ADESSO: NOI!
Osservo il viso di Cloe e i suoi occhi sembrano
persi nel vuoto, quasi come se non si accorgessero della mia presenza, ma io so
quale direzione sta seguendo il suo sguardo e sinceramente, non ho il coraggio
di biasimarlo.
Anche se ha promesso a se stessa di non voler
accontentare mamma e papà bevendo la pozione della rivelazione che le spetta,
sono sicuro che la curiosità di scoprire se dei poteri le appartengono è
difficile da domare. Cloe è una ragazza forte, ma chissà se riuscirà a
resistere ad una tentazione altrettanto costante. Vedo il suo viso logorato dal
desiderio e a questo punto mi chiedo se sia necessario soffrire ancora; se non
si stia privando di una cosa che le spetta di diritto.
All’improvviso mia sorella si alza con uno scatto
fulmineo. La sedia cade a terra con un tonfo e vedo Cloe prendersi la testa fra
le mani sconsolata.
“Io non ce la faccio.” Mi confessa. “Non riesco a
non desiderare una vita normale.”
Mi guarda, e i suoi occhi sono velati da lacrime
d’angoscia.
La
consapevolezza che un qualsiasi gesto compiuto in questo istante potrebbe avere
delle irreparabili conseguenze sul destino di tutti noi è opprimente: un sorso di quel liquido
demoniaco potrebbe condurre le nostre vite verso strade che non avevamo
programmato, ma questo significherebbe anche cancellare le tracce del doppio
gioco di Arache Tomnson e allo stesso tempo dare ai nostri genitori quello che
hanno sempre voluto, la perfezione secondo i loro canoni.
“Jay. Io non posso, mi sono resa conto di non
essere coraggiosa come pensavo. Io ho bisogno di conoscere la verità. Devo
capire se sono una Neminem oppure no. Percepisco la necessità di doverlo scoprirlo,
mi capisci?”
Io la guardo e anche se vorrei dire qualcosa le
parole non riescono a fuoriuscire dalle mie labbra. Fortunatamente i miei
muscoli involontari sono ancora attivi
perché la testa, senza che io me ne
renda conto, inizia ad annuire ritmicamente alle parole di Cloe.
“Mostrami la stanza degli archivi, adesso.” Mi
ordina con un fil di voce e io non posso contraddirla, perché ha già sofferto
troppo e io non posso negarle questo diritto inviolabile: lei deve vivere la
sua cerimonia d’Escelta, anche se questo vorrà dire rinunciare ad incastrare il
nostro presidente, per una volta non voglio ascoltare la voce che dentro di me
mi dice di attendere, immolandomi per una causa più importante di me, più
grande di noi.
Arriviamo davanti alla porta di acciaio lamellato e
con una leggera pressione la apro per fare spazio a Cloe e lasciarle la privacy
che questo momento necessita.
La vedo con la coda dell’occhio oltrepassare
lentamente l’entrata della sala, percepisco il suo sospiro e i suoi pugni che
si stringono intorno all’orlo della maglietta come se fossero i miei mentre si
avvia verso la sezione dedicata ai Betterson.
Anche se non posso vederla so che i suoi occhi si
sono illuminati alla vista della boccetta dell’iniziazione ancora piena: questa
per lei è una seconda possibilità e sono certo che non se la lascerà sfuggire.
Sono immerso nei miei pensieri quando sento una
leggera pressione sulla spalla che
mi fa girare di scatto, davanti a me c’è
Cloe che mi osserva con un sorriso velato da un sottile strado di tristezza.
“Allora com’è andata?” Le chiedo anche se ho paura
della risposta che potrebbe attendermi.
“Non ce l’ho fatta.” Mi dice guardando a terra. “Non sono riuscita a dimenticare cosa
potrebbe rappresentare questo filtro per il nostro paese. E’ la prova tangibile
di quanto il presidente possa manipolarci ed io non me la sento di sprecarla
ascoltando il mio egoismo.”
Sono sbalordito. Quando Cloe mi mostra il
contenitore in vetro ancora pieno del liquido iniziatico bluastro capisco che
mi ha detto la verità e il mio cuore si riempie di orgoglio.
“Sei sicura?”
Le chiedo, perché so quanto le sia costata questa
scelta.
“Sì. Non voglio avere questo peso sulla coscienza.
Non voglio assomigliare ai nostri genitori.” Confessa con gli occhi velati
dalle lacrime, allora io l’abbraccio forte, per farle capire che non è, e non
sarà mai sola.
“Stai tranquilla,
supereremo anche questo, insieme!”
Un colpo assordante mi fa sussultare. Non capisco
da dove provenga e un brivido di terrore mi scende veloce giù dalla schiena. Mi
guardo intorno spaventato e noto che anche Cloe si è fatta attenta, con i nervi
tesi, pronti a scattare.
Solo qualche attimo di silenzio precedono un altro
colpo assordante che s’infrange sulla vetrata oscurata dalla notte che ormai si
è inghiottita la nostra prima giornata alla Curia.
Siamo immobili, ci dimentichiamo anche di respirare
pur di non farci scoprire. Non so chi possa esserci fuori dall’edificio, ma
adesso l’unico nostro obbiettivo è quello di far finta di nulla e nasconderci.
Un altro colpo ci sorprende facendoci sobbalzare,
ma questa volta è più tetro del precedente perché seguito da un urlo straziante
che mi fa gelare il sangue nelle vene.
Basta! Non posso stare qui fermo ad aspettare, devo
fare qualcosa. Qualcuno potrebbe essere in pericolo qui fuori e io non riesco a
far finta di nulla.
Quasi come se
ci fossimo letti nel pensiero io e Cloe ci alziamo simultaneamente correndo
verso la porta della Curia, uno sguardo e siamo fuori. L’aria fredda della sera
mi sverza il viso facendomi comprendere che lo spettacolo che si staglia
d’innanzi a me purtroppo non è frutto della mia fervida immaginazione.
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Soffoco un
urlo in gola quando vedo ai piedi di mio padre un ragazzo disteso privo di
forze.
Rayan mi guarda e sorride, nei suoi occhi c’è un
lampo di sfida e perdendomi in quello sguardo oblioso quasi non mi accorgo di
Meredith, a pochi metri di distanza, che sta tenendo testa a mia madre in uno
scontro a corpo a corpo.
Non riesco a ragionare, senza pensarci nemmeno un
secondo mi metto a correre verso Chendal. Lui da terra alza lo sguardo e con
uno sforzo immane mi intima di tornare indietro, ma niente potrà convincermi a
lasciarlo, da solo, indifeso.
Non so perché sia lui che Meredith siano venuti alla
Curia, Non so perché abbia rischiato così tanto, quello che so però è che l’ho
ha fatto per me, per proteggermi, e il minimo che possa fare io adesso è
salvargli la vita dalla furia irrazionale di quello che una volta è stato,
forse, mio padre.
Rayan mi viene incontro come una furia, vuole
fermarmi, percepisco, vedo la sua sete di vendetta. Questa volta però non ci riuscirà,
non potrà controllare di nuovo la mia vita, non glielo permetterò, mai più.
Sto per saltargli addosso quando vedo la sua bocca
muoversi lentamente e le sue dita unirsi formando un cerchio perfetto in cui
l’aria vibrante inizia a compattarsi diventando quasi viva. Un tornado si forma
nell’incavo creato dalle sue mani e io ho paura. Perché ormai so che potrebbe
uccidermi e se avesse potuto, sicuramente, l’avrebbe già fatto. Chiudo gli occhi per prepararmi all’impatto
ormai inevitabile quando sento un urlo di battaglia e scorgo Jay buttarsi
davanti a me per proteggermi.
L’imbatto è sonoro e i miei occhi si vestono di
orrore. Vedo mio fratello cadere ai
miei piedi travolto dalla spirale magica
formata da Rayan. I suoi occhi si chiudono e io sono pervasa dal terrore.
Mi accascio a fianco a lui e grosse lacrime pesati iniziano ad inondarmi il
viso.
“Cosa pensi di fare adesso che sei rimasta da sola
Cloe?” Mi urla Rayan. La sua voce è ferma, non sembra che abbia appena
attaccato suo figlio e questo commento non fa altro che accrescere ancora di
più la mia rabbia.
“Guardati intorno, sei una povera Neminem
solitaria. Pronta a pagare per le tue azioni?”
Osservo lo scenario immobile che mi circonda e devo
ammettere mio malgrado che ha ragione. Meredith è bloccata sull’asfalto con mia
madre sopra di lei a cavalcioni che la tiene ferma, Chendal tenta di alzarsi,
ma tutti i suoi sforzi sono vani e Jay … non posso nemmeno pensarci.
Mi asciugo con rabbia le lacrime dalla guancia
facendomi quasi male e fisso i miei occhi in quelli di Rayan senza paura.
“Sai papà,
il tuo problema è sempre stato quello di essere un uomo estremamente
programmato.” Esclamo alzandomi in piedi. “Non hai mai creduto nei miracoli, ed
io, oggi, mi sono imposta un obbiettivo.”
“Ah sì? Mi dice ridendo. ”E sentiamo, quale
sarebbe?”
“Quello di
farti ricredere.”
Dico serenamente.
Senza pensarci troppo prendo velocemente la
boccetta che tintinna nella tasca dei miei pantaloni e la stappo. Il liquido mi
scende giù per la gola corposo, sembra quasi vivo. Si diffonde in tutti i miei
muscoli donandomi una nuova energia, sconosciuta, ma rassicurante allo stesso
tempo, come se fosse sempre stata una forza sopita dentro me stessa.
Quando anche
l’ultima goccia lascia il freddo vetro inanimato dell’ampolla una nuova
consapevolezza s’impossessa di me: non sono più solo una Neminem e posso salvare
quella che ormai è diventata la mia vera famiglia.
VI E' PIACIUTO QUESTO EPISODIO?
COSA PENSATE POSSA ACCADERE ADESSO?
POTETE LEGGERE LA STORIA ANCHE SU WATTPAD
SE VI SIETE PERSI DELLE PUNTATE INVECE ANDATE A QUESTO LINK :)
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_Giulietta_
Sono molto contenta che Insieme diventerà un ebook! Secondo me merita davvero! In bocca al lupo!
RispondiEliminaGrazie, sei molto gentile :) in questo difficile mestiere è importante trovare delle persone che ti sostengano :)
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