martedì 29 settembre 2015

Tredicesimo episodio

Buongiorno cari lettori, stiamo raggiungendo la dirittura d'arrivo e questo è uno degli ultimi episodi del nostro racconto a puntate: Insieme che  forse presto si trasformerà in un ebook... basta non voglio anticiparvi altro, vi auguro solamente buona lettura!

E ADESSO: NOI! 

Osservo il viso di Cloe e i suoi occhi sembrano persi nel vuoto, quasi come se non si accorgessero della mia presenza, ma io so quale direzione sta seguendo il suo sguardo e sinceramente, non ho il coraggio di biasimarlo.
Anche se ha promesso a se stessa di non voler accontentare mamma e papà bevendo la pozione della rivelazione che le spetta, sono sicuro che la curiosità di scoprire se dei poteri le appartengono è difficile da domare. Cloe è una ragazza forte, ma chissà se riuscirà a resistere ad una tentazione altrettanto costante. Vedo il suo viso logorato dal desiderio e a questo punto mi chiedo se sia necessario soffrire ancora; se non si stia privando di una cosa che le spetta di diritto.
All’improvviso mia sorella si alza con uno scatto fulmineo. La sedia cade a terra con un tonfo e vedo Cloe prendersi la testa fra le mani sconsolata.
“Io non ce la faccio.” Mi confessa. “Non riesco a non desiderare una vita normale.”

Mi guarda, e i suoi occhi sono velati da lacrime d’angoscia.
La consapevolezza che un qualsiasi gesto compiuto in questo istante potrebbe avere delle irreparabili conseguenze sul destino di tutti noi è opprimente: un sorso di quel liquido demoniaco potrebbe condurre le nostre vite verso strade che non avevamo programmato, ma questo significherebbe anche cancellare le tracce del doppio gioco di Arache Tomnson e allo stesso tempo dare ai nostri genitori quello che hanno sempre voluto, la perfezione secondo i loro canoni.
“Jay. Io non posso, mi sono resa conto di non essere coraggiosa come pensavo. Io ho bisogno di conoscere la verità. Devo capire se sono una Neminem oppure no. Percepisco la necessità di doverlo scoprirlo, mi capisci?”
Io la guardo e anche se vorrei dire qualcosa le parole non riescono a fuoriuscire dalle mie labbra. Fortunatamente i miei muscoli involontari sono ancora attivi
perché la testa, senza che io me ne renda conto, inizia ad annuire ritmicamente alle parole di Cloe.
“Mostrami la stanza degli archivi, adesso.” Mi ordina con un fil di voce e io non posso contraddirla, perché ha già sofferto troppo e io non posso negarle questo diritto inviolabile: lei deve vivere la sua cerimonia d’Escelta, anche se questo vorrà dire rinunciare ad incastrare il nostro presidente, per una volta non voglio ascoltare la voce che dentro di me mi dice di attendere, immolandomi per una causa più importante di me, più grande di noi.
Arriviamo davanti alla porta di acciaio lamellato e con una leggera pressione la apro per fare spazio a Cloe e lasciarle la privacy che questo momento necessita.
La vedo con la coda dell’occhio oltrepassare lentamente l’entrata della sala, percepisco il suo sospiro e i suoi pugni che si stringono intorno all’orlo della maglietta come se fossero i miei mentre si avvia verso la sezione dedicata ai Betterson.
Anche se non posso vederla so che i suoi occhi si sono illuminati alla vista della boccetta dell’iniziazione ancora piena: questa per lei è una seconda possibilità e sono certo che non se la lascerà sfuggire.
Sono immerso nei miei pensieri quando sento una leggera pressione sulla spalla che
mi fa girare di scatto, davanti a me c’è Cloe che mi osserva con un sorriso velato da un sottile strado di tristezza.
“Allora com’è andata?” Le chiedo anche se ho paura della risposta che potrebbe attendermi.
“Non ce l’ho fatta.” Mi dice guardando a terra. “Non sono riuscita a dimenticare cosa potrebbe rappresentare questo filtro per il nostro paese. E’ la prova tangibile di quanto il presidente possa manipolarci ed io non me la sento di sprecarla ascoltando il mio egoismo.
Sono sbalordito. Quando Cloe mi mostra il contenitore in vetro ancora pieno del liquido iniziatico bluastro capisco che mi ha detto la verità e il mio cuore si riempie di orgoglio.
“Sei sicura?”
Le chiedo, perché so quanto le sia costata questa scelta.
“Sì. Non voglio avere questo peso sulla coscienza. Non voglio assomigliare ai nostri genitori.” Confessa con gli occhi velati dalle lacrime, allora io l’abbraccio forte, per farle capire che non è, e non sarà mai sola.
Stai tranquilla, supereremo anche questo, insieme!”
Un colpo assordante mi fa sussultare. Non capisco da dove provenga e un brivido di terrore mi scende veloce giù dalla schiena. Mi guardo intorno spaventato e noto che anche Cloe si è fatta attenta, con i nervi tesi, pronti a scattare.
Solo qualche attimo di silenzio precedono un altro colpo assordante che s’infrange sulla vetrata oscurata dalla notte che ormai si è inghiottita la nostra prima giornata alla Curia.
Siamo immobili, ci dimentichiamo anche di respirare pur di non farci scoprire. Non so chi possa esserci fuori dall’edificio, ma adesso l’unico nostro obbiettivo è quello di far finta di nulla e nasconderci.
Un altro colpo ci sorprende facendoci sobbalzare, ma questa volta è più tetro del precedente perché seguito da un urlo straziante che mi fa gelare il sangue nelle vene.
Basta! Non posso stare qui fermo ad aspettare, devo fare qualcosa. Qualcuno potrebbe essere in pericolo qui fuori e io non riesco a far finta di nulla.
Quasi come se ci fossimo letti nel pensiero io e Cloe ci alziamo simultaneamente correndo verso la porta della Curia, uno sguardo e siamo fuori. L’aria fredda della sera mi sverza il viso facendomi comprendere che lo spettacolo che si staglia d’innanzi a me purtroppo non è frutto della mia fervida immaginazione.

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Soffoco un urlo in gola quando vedo ai piedi di mio padre un ragazzo disteso privo di forze.
Rayan mi guarda e sorride, nei suoi occhi c’è un lampo di sfida e perdendomi in quello sguardo oblioso quasi non mi accorgo di Meredith, a pochi metri di distanza, che sta tenendo testa a mia madre in uno scontro a corpo a corpo.
Non riesco a ragionare, senza pensarci nemmeno un secondo mi metto a correre verso Chendal. Lui da terra alza lo sguardo e con uno sforzo immane mi intima di tornare indietro, ma niente potrà convincermi a lasciarlo, da solo, indifeso.
Non so perché sia lui che Meredith siano venuti alla Curia, Non so perché abbia rischiato così tanto, quello che so però è che l’ho ha fatto per me, per proteggermi, e il minimo che possa fare io adesso è salvargli la vita dalla furia irrazionale di quello che una volta è stato, forse, mio padre.
Rayan mi viene incontro come una furia, vuole fermarmi, percepisco, vedo la sua sete di vendetta. Questa volta però non ci riuscirà, non potrà controllare di nuovo la mia vita, non glielo permetterò, mai più.
Sto per saltargli addosso quando vedo la sua bocca muoversi lentamente e le sue dita unirsi formando un cerchio perfetto in cui l’aria vibrante inizia a compattarsi diventando quasi viva. Un tornado si forma nell’incavo creato dalle sue mani e io ho paura. Perché ormai so che potrebbe uccidermi e se avesse potuto, sicuramente, l’avrebbe già fatto. Chiudo gli occhi per prepararmi all’impatto ormai inevitabile quando sento un urlo di battaglia e scorgo Jay buttarsi davanti a me per proteggermi.
L’imbatto è sonoro e i miei occhi si vestono di orrore. Vedo mio fratello cadere ai
miei piedi travolto dalla spirale magica formata da Rayan. I suoi occhi si chiudono e io sono pervasa dal terrore. Mi accascio a fianco a lui e grosse lacrime pesati iniziano ad inondarmi il viso.
“Cosa pensi di fare adesso che sei rimasta da sola Cloe?” Mi urla Rayan. La sua voce è ferma, non sembra che abbia appena attaccato suo figlio e questo commento non fa altro che accrescere ancora di più la mia rabbia.
“Guardati intorno, sei una povera Neminem solitaria. Pronta a pagare per le tue azioni?”
Osservo lo scenario immobile che mi circonda e devo ammettere mio malgrado che ha ragione. Meredith è bloccata sull’asfalto con mia madre sopra di lei a cavalcioni che la tiene ferma, Chendal tenta di alzarsi, ma tutti i suoi sforzi sono vani e Jay non posso nemmeno pensarci.
Mi asciugo con rabbia le lacrime dalla guancia facendomi quasi male e fisso i miei occhi in quelli di Rayan senza paura.
Sai papà, il tuo problema è sempre stato quello di essere un uomo estremamente programmato.” Esclamo alzandomi in piedi. “Non hai mai creduto nei miracoli, ed io, oggi, mi sono imposta un obbiettivo.”
“Ah sì? Mi dice ridendo. ”E sentiamo, quale sarebbe?”
“Quello di farti ricredere.”
Dico serenamente.
Senza pensarci troppo prendo velocemente la boccetta che tintinna nella tasca dei miei pantaloni e la stappo. Il liquido mi scende giù per la gola corposo, sembra quasi vivo. Si diffonde in tutti i miei muscoli donandomi una nuova energia, sconosciuta, ma rassicurante allo stesso tempo, come se fosse sempre stata una forza sopita dentro me stessa.
Quando anche l’ultima goccia lascia il freddo vetro inanimato dell’ampolla una nuova consapevolezza s’impossessa di me: non sono più solo una Neminem e posso salvare quella che ormai è diventata la mia vera famiglia.


VI E' PIACIUTO QUESTO EPISODIO? 
COSA PENSATE POSSA ACCADERE ADESSO? 
POTETE LEGGERE LA STORIA ANCHE SU WATTPAD 
SE VI SIETE PERSI DELLE PUNTATE INVECE ANDATE A QUESTO LINK :) 

_Giulietta_ 

2 commenti:

  1. Sono molto contenta che Insieme diventerà un ebook! Secondo me merita davvero! In bocca al lupo!

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    Risposte
    1. Grazie, sei molto gentile :) in questo difficile mestiere è importante trovare delle persone che ti sostengano :)

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