Buongiorno carissimi lettori,
La storia dei nostri gemelli leggendari si sta facendo sempre più intricata, ma vi prometto che presto tutti i nodi verranno al pettine :)
Vi ricordo che potete leggere le mie opere anche su WATTPAD :) spero vi piaccia!
CAMBIARE
Io e mia sorella scendiamo dalla macchina e ci
troviamo davanti al tribunale dell’inquisizione di Carma, appena il mio sguardo
incontra l’enorme costruzione comprendo di non poter più scappare. E’ accaduto
tutto così velocemente che quasi non capisco cosa stia succedendo attorno a me,
mi sembra di essere diventato solamente uno spettatore della vita, obbligato ad
osservare una strampalata storia che si diverte a prendersi gioco dei suoi
attori principali.
Meredith sorprendendomi mi da un bacio sulle
labbra, profondo e rassicurante, e Cloe dietro di me abbraccia Chendal
sussurrandogli un arrivederci agitato, cercano di trasmetterci tutto il
coraggio necessario per affrontare questa mattinata, ma non è per niente
semplice. Assisteranno anche loro al processo, ma solamente come spettatori,
tra gli spalti dell’arena del tribunale, il compito più arduo oggi, malauguratamente,
dovremo affrontarlo noi, ma il nostro paese se lo merita, il popolo ne ha
bisogno, noi lo vogliamo.
La porta in legno massiccio si apre lentamente
davanti a noi e due funzionari ci
perquisiscono prima di permetterci d’entrare.
Cloe mi stringe la mano con forza fino a farmi male e il mio cuore, rendendosi
conto che sta per accadere davvero, accelera i battiti in maniera esponenziale.
Il processo dei nostri genitori sarà trasmesso in
diretta nazionale e noi non possiamo commettere nemmeno un piccolissimo errore,
il nostro piano dovrà essere perfetto se vogliamo raggiungere l’obbiettivo
messo a punto nelle ultime insonne quarantottore.
La parete di vetro che ci separa dall’arena del
dibattito si apre lentamente, scorrendo sui cardini arrugginiti e creando un
sordo cigolio metallico. La luce del mattino ci ferisce gli occhi,
abbagliandoci.
Camminiamo ritti sulle nostre gambe fino al tavolo
dei testimoni, per adesso ancora vuoto. Al centro del’arena, davanti a noi, c’è
il giudice imbalsamato nella sua pesante toga, alla sua destra, con il viso
deformato da un ghigno Arache Tomnson attende con ansia l’arrivo delle nove,
mentre alla sua sinistra Rayan e Joanne seduti, con le mani dietro la schiena
bloccate da delle pesanti manette, attendono, per una volta inermi, il loro
destino.
Cerco di distogliere lo sguardo dai loro visi
scavati dalla preoccupazione, non c’è tempo per i ripensamenti o per la
misericordia, dobbiamo entrambi attenerci al piano senza alcun tentennamento,
oggi tutti sentiranno riecheggiare nell’aria la leggenda dei gemelli, perché il
suono della nostra denuncia dovrà spirare tra le strade riportando giustizia
nel nostro dilagnato paese.
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Cravatta, giacca, pantaloni, tutto perfetto come sempre.
Eccola l’immagine di un vero presidente, gli specchi non mentono mai, e quello
che vedo dentro questo cerchio riflettente è il ritratto del puro potere. Spero
che quei due ragazzini l’abbiano capito e scelgano di schierarsi dalla parte
più conveniente e corretta: la mia. L’unica che può dargli un futuro che possa
essere degno di portare questo nome.
Mi liscio i capelli prima di bussare alla porta
dell’appartamento 250 bis del palazzo Martington di Carma. Oggi sono venuto da
solo, senza guardie personali, voglio che quei due giovinastri credano di disporre
della mia piena fiducia, questo, per riflesso, dovrebbe creare nelle loro
piccole menti un sentimento di tranquillità e appartenenza.
Sono le undici di mattina e ho già perso dieci
minuti del mio preziosissimo tempo, non capisco perché ci debbano mettere tanto
a venirmi ad aprire, fosse un giorno come gli altri me ne sarei già andato, ma oggi devo essere paziente se voglio che il
mio laborioso piano volga al termine. Non posso rischiare che tutte le azioni
che ho compiuto fino ad ora si rivelino vane: le minacce, la sostituzione della
pozione della rivelazione, il filmato dello scontro davanti alla Curia, tutto è
stato architettato ad opera d’arte per raggiungere il culmine nella giornata di
domani con l’udienza che farà di me il salvatore della patria riconfermandomi
presidente di Carma.
Finalmente qualcosa si muove
dentro all’appartamento, spero che riusciranno almeno a concedermi un
accoglienza adeguata. La porta si spalanca all’improvviso e io riesco a
scostarmi appena in tempo, evitando una sonora batosta sul mio naso perfetto. La
giovane Betterson spettinata e in pigiamo, no dico in pigiama davanti al
presidente, mi invita ad entrare. Io cerco di mantenere un sorriso
accondiscendente sul volto ricordandomi che questi ragazzi mi servono ancora,
almeno per ventiquattro ore.
“Buongiorno Cloe.” Esclamo con un
tono di voce allegro. “Penso che non sia il caso di dilungarci in inutili
convenevoli. Sai perché sono qui, attendo l’importante risposta al quesito che
vi ho posto ieri.”
Lei mi osserva con gli occhi stravolti e tormentati,
penso che non abbia dormito molto la scorsa notte; meglio! Vorrà dire che la
stanchezza la rende più vulnerabile.
Dal salotto finalmente ci
raggiunge anche Jay, che se è possibile, ha un viso ancora più stravolto della
sorella.
“Signor Arache.” Inizia lei, molto
bene a mio parere, fa sempre piacere sentirsi chiamare signore. “Abbiamo preso
la nostra decisione. Anche se è stata molto sofferta crediamo entrambi che sia
quella più giusta.”
“Domani testimonieremo a suo favore.
Abbiamo deciso di condannare i nostri genitori. Quello che hanno fatto è riprovevole,
perciò una denuncia è l’unica soluzione.”
Vittoria! Lo sapevo, Arache
Tomnson non può perdere, mai, con nessuno.
“Perfetto.” Dico alzandomi dalla
sedia e battendo le mani soddisfatto. “Domani mattina una macchina
presidenziale vi passerà a prendere portandovi per le nove davanti al tribunale
dell’inquisizione di Carma. Non agitatevi, il vostro compito sarà estremamente
semplice, non dovrete far altro che dire la verità e nient’altro che la
verità!”
Esclamo ridendo della mia stessa
ilarità.
“Oh, per quello ci può
scommettere.”
Dice il ragazzo guardandomi con
una luce battagliera negli occhi che non mi piace per niente, ma probabilmente
me la sto immaginando, l’euforia ogni tanto fa brutti scherzi.
“Bene… allora vi lascio a quella che
ormai, come avevo promesso è la vostra nuova casa. Godetevela perché è solo il
primo di tanti altri bei cambiamenti.”
E così dicendo faccio una delle mie solite uscite con
stile. Sbalordendo un’altra volta le persone con la mia generosità programmata.
Li ho in pugno tutti, il sapore
dolce del potere non può essere sostituito da nulla e la consapevolezza di
poter comandare dall’altro la vita degli altri senza che nessuno sospettino
nulla, mi fa essere ancora più fiero di me stesso.
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Il ricordo della promessa che ieri
abbiamo fatto ad Arache adesso, mentre aspetto che il processo inizi, mi fa
sorridere, perché lui non sa di essersi messo in gabbia da solo creando questo
pubblico processo. Non potrà attuare alcuna censura sulla diretta, il popolo potrà
vedere quello che oggi succederà senza alcun tipo di filtro e questa è un’arma
a doppio taglio a mio parer troppo pericolosa.
Le nove rintoccano sonoramente dal
campanile posto sulla torretta più alta dell’arena. Il giudice si alza in piedi
e il silenzio cala magicamente su tutto il tribunale.
“Diamo inizio al processo che vede
i coniugi Rayan e Joanne Betterson accusati di tentato omicidio nei confronti
dei figli Jay e Cloe Betterson. Diamo spazio alla difesa di esporre la propria
arringa.”
Il tono di voce è monocorde, ma io
sto fremendo nell’attesa che concedano la parola e me e mia sorella. Cerco di
mantenere alta l’attenzione sulla difesa dell’avvocato dei miei genitori, ma
continuo a ripetermi nella mente il discorso che dovrò fare fra pochi minuti
davanti a milioni di persone e mi sembra di essere ritornato a scuola, quando
la distrazione era il mio pane quotidiano.
“Ed è per questo che sostengo che
i signori Betterson debbano essere dichiarati innocenti, di fatto non si ha
alcuna prova che il video trasmesso del combattimento avuto luogo pochi giorni
fa davanti alla Curia non sia stato solamente l’immagine di un battibecco
famigliare. Non si hanno prove della volontà dei miei protetti di voler
uccidere i loro figli.”
L’avvocato, finita la propria
precaria difesa, prende posto accanto ai suoi clienti, attendendo il
susseguirsi dei fatti.
Arache allora si alza dal proprio
–trono- e con un tono di voce forte e chiaro esclama: “Le prove della loro
volontà si possono trovare caro Smitson, chiamo a testimoniare contro Rayan e
Joanna Betterson i gemelli Betterson.”
E’ il nostro momento. Le gambe
ormai non mi tremano più. Voglio giustizia, una volta per tutte.
Ci avviciniamo al banco
dell’inquisizione e mi schiarisco la voce cercando di non
dar peso ai centinaia
di occhi che ci stanno fissando.
“Io sottoscritto Jay Betterson
affermo la volontà dei miei parenti di voler privare sia me, che mia sorella della
nostra libertà e dell’esercizio della nostra vita.”
Un boato si innalza dalla parte
dei sostenitori di Arache e un sordo mormorio invece dilaga fra quelli che
ancora si fidavano dei nostri genitori.
“Però.” Esclamo riottenendo magicamente
il silenzio e posando per qualche secondo il mio sguardo sulla figura del
presidente che lentamente inizia a mutare la sua espressione soddisfatta.
“Io e mia sorella vorremo sporgere
una duplice denuncia oggi: contro i nostri genitori e contro il signor Arache
Tomnson, per aver manomesso la cerimonia d’Escelta e impedito ai coniugi
Betterson la libera professione di avversari politici.”
Non appena i diretti interessati riescono a
recepire le mie parole le reazioni sono le più disparate. Il giudice si alza in
piedi intimando il silenzio mentre ordina a due guardie di bloccare
temporaneamente il presidente con il viso sconvolto dalla mia denuncia.
So che sarebbe stato più facile
far finta di niente, so che adesso dovremo provare con i fatti le nostre
parole, e se la sentenza scagionerà ingiustamente il presidente, la nostra vita
sarà rovinata, per sempre; ma dovevamo provarci, anche solo per tentare di dare
un futuro diverso al nostro mondo, vale la pena, di compiere un piccolo
sacrifico.
SPERO CHE VI SIA PIACIUTO QUESTO CAPITOLO.
ALLA PROSSIMA SETTIMANA
_Giulietta_
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