Un giorno per ricordarsi di non ripetere la storia!
Oggi 27 gennaio 2013 è la data in cui si ricorda la terribile tragedia dell’olocausto!
Una memoria che non deve
essere sollecitata solamente in questa data, ma deve persistere nelle nostre
menti per tutti i 365 giorni dell’anno, evidentemente a volte questo non accade!
Come si spiegherebbero altrimenti le
continue emarginazioni e ingiustizie che ancora oggi si manifestano ogni giorno
ad ogni ora in tutto il mondo?
Per questo importante
appuntamento voglio farvi una doppia proposta; infatti oggi, 27 gennaio, sono
usciti due libri trattanti del tema della schoah!
Le sorelle Rebecca e Sofia
Domino sono le autrici di questi romanzi che ci aiutano a far riemergere il
passato, due libri per ricordarsi di non dimenticare mai; perché l’uomo ha una
memoria storica labile, ma questo non è un buon motivo per ripetere sempre gli
stessi errori.
LA MIA AMICA EBREA
Autrice:
Rebecca Domino
pagine:300
Prezzo:
1.99 € (ebook)
Anno: 2014
Canale
di distribuzione: Lulu
Sito
utile: http://rebeccadomino.blogspot. it
Trama: Amburgo, 1943. La
vita di Josepha, quindici anni, trascorre fra le uscite con le amiche, le
lezioni e i sogni, nonostante la Seconda Guerra Mondiale. Le cose cambiano
quando suo padre decide di nascondere in soffitta una famiglia di ebrei. Fra
loro c'è Rina, quindici anni, grandi e profondi occhi scuri.
Nella Germania nazista, giorno dopo giorno sboccia una delicata amicizia
fra una ragazzina ariana, che è cresciuta con la propaganda di Hitler, e una
ragazzina ebrea, che si sta nascondendo a quello che sembra essere il destino
di tutta la sua gente.
Ma quando Josepha dovrà rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà
lottare per continuare a sperare e per cercare di proteggere Rina, l'unione fra
le due ragazzine, in un' Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura,
continuerà a riempire i loro cuori di speranza.
Un romanzo che accende i riflettori su uno dei lati meno conosciuti
dell'Olocausto, la voce degli "eroi silenziosi", uomini, donne e
giovani che hanno aiutato gli ebrei in uno dei periodi più bui della Storia.
Biografia: Rebecca è nata nel 1984, e da sempre è stata appassionata
di scrittura. Dopo aver messo da parte questa sua grande passione per molti anni, è tornata a
scrivere e adesso è ciò che più le piace fare. E’ anche un'appassionata
viaggiatrice e lettrice. "La mia amica ebrea" è il suo primo romanzo.
QUANDO DAL CIELO CADEVANO LE STELLE
Autrice:
Sofia Domino
Pagine:
496
Prezzo:
1.99€
Anno: 2014
Canale di
distribuzione: Lulu
Sito
utile: http://sofiadominolibri. blogspot.it
Trama: Lia ha tredici anni. È una ragazzina italiana piena di sogni e di
allegria, con l’unica colpa di essere ebrea durante la Seconda Guerra Mondiale.
Dallo scoppio delle leggi razziali la sua vita cambia, e con la sua famiglia è
costretta a rifugiarsi in numerosi nascondigli, a sparire dal mondo. Da quel
mondo di cui vuole fare disperatamente parte. Passano gli anni, conditi da
giornate piene di vicende, di primi amori, di paure e di speranze, come quella
più grande, la speranza che presto la guerra finirà. Ma nessuno ha preparato
Lia alla rabbia dei nazisti. Il 16 ottobre 1943, la comunità ebraica del ghetto
di Roma viene rastrellata dalla Gestapo e i nazisti le ricorderanno che una
ragazzina ebrea non ha il diritto di sognare, di sperare, di amare. Di vivere.
Lia sarà deportata ad Auschwitz con la sua famiglia, e da quel giorno avrà
inizio il suo incubo. Terrore, lavoro, malattie, camere a gas, morti. E
determinazione. Quella che Lia non vuole abbandonare. Quella determinazione che
vorrà usare per gridare al mondo di non dimenticare. Quella determinazione che
brillerà nei suoi occhi quando il freddo sarà troppo pungente, quando la fame
sarà lancinante, quando la morte sarà troppo vicina e quando sarà deportata in
altri campi di concentramento.
Quella determinazione che le farà amare la vita, e che le ricorderà che
anche le ragazzine ebree hanno il diritto di sognare. Perché non esistano mai
più le casacche a righe, perché nessuno sia più costretto a vivere in base a un
numero tatuato su un braccio o in base a una stella cucita sulla veste.
Perché dal cielo non cadano più le stelle.
Biografia: E’ nata nel 1987 e
sin da quando era piccola le piaceva scrivere temi e racconti. Adesso la
scrittura è la sua passione principale. Oltre a scrivere adora leggere e
sognare. Inoltre, viaggia non appena posso. "Quando dal cielo cadevano le
stelle" è il suo primo romanzo.
Per celebrare ancora di più questa giornata voglio condividere con voi l’intervista
fatta a queste due giovanissime scrittrici:
- La mia curiosità si è accesa quando ho saputo che due sorelle scrittrici hanno scelto entrambe come tema dei loro libri l’olocausto; da dove proviene questa decisione?
Rebecca:
Ho sempre voluto scrivere un libro sull’Olocausto, perché penso che sia un
orrore che non deve ripetersi. Purtroppo è già successo che, in altre nazioni,
siano stati commessi dei genocidi e altre atrocità che, per certi versi, non
sono poi molto diverse dall’Olocausto: il primo genocidio che mi viene in mente
è quello perpetrato dai Khmer rossi in Cambogia, ma ci sono anche altri esempi,
come il genocidio armeno (chiamato anche, non a caso, Olocausto armeno), il
genocidio del Ruanda, ecc… Per evitare che vengano nuovamente commesse atrocità
simili è fondamentale tenere viva la memoria di quello che è successo in
passato e, fra tutte le tragedie, quella dello sterminio degli ebrei per volere
di Hitler e del suo partito è sicuramente la più conosciuta. Nel mio romanzo, però,
ho voluto raccontare la storia dal punto di vista di Josepha Faber, una
quindicenne tedesca. Sono sempre stata interessata ai lati meno conosciuti
delle vicende famose e forse è stato questo che mi ha spinta a esordire con “La
mia amica ebrea”: la maggior parte dei libri sull’Olocausto sono scritti dal
punto di vista degli ebrei e, nonostante nel mio romanzo ci siano stralci della
vita degli ebrei, visti attraverso gli occhi di Rina, la protagonista resta
Josepha e ciò permette ai lettori di vivere la Germania nazista dal punto di
vista del “nemico” e di ricordare gli atti eroici di persone qualunque, che
hanno rischiato molto per aiutare gli ebrei durante il nazismo.
Sofia: Ho sempre voluto
parlare dell’Olocausto e raccontare le ingiustizie che hanno subìto gli ebrei
durante il periodo del nazismo. L’occasione giusta è arrivata con il mio
romanzo “Quando dal cielo cadevano le stelle”. Dentro di me ho sentito il
bisogno di dare una voce a tutte quelle famiglie di ebrei che, durante la
Seconda Guerra Mondiale, furono costrette a lasciare il loro Paese, a
nascondersi in dei rifugi, che persero ogni diritto, che furono additate e che
furono rinchiuse in dei campi di concentramento. La domanda che durante il mio
romanzo prende sempre più importanza è: perché?
È una domanda che accomunava ogni ebreo: bambini, ragazzi, adulti e
anziani.
Siamo nel 1943: Perché noi ebrei siamo cercati dalla Gestapo? Perché
siamo rinchiusi in dei campi di concentramento? Perché siamo costretti a
lavorare per ore? Perché le SS vogliono ucciderci? Perché non abbiamo più
nessun diritto? Perché non possiamo tornare a casa? Perché non abbiamo più un
nome, ma siamo diventati dei numeri?
Grazie a “Quando dal cielo cadevano le stelle” ho potuto dare la voce a
Lia, una ragazzina ebrea, alla sua famiglia e ai suoi protettori. Inoltre, ho
voluto lanciare un messaggio, quello di non dimenticare mai le atrocità del
nostro passato, così che non siano più ripetute
- Rebecca, “la mia amica Ebrea” parla di un profondo legame fra due ragazze: ti sei ispirata al rapporto che c’è con tua sorella?
No,
onestamente non mi sono ispirata al rapporto fra me e mia sorella per scrivere
quello fra Josepha e Rina. Sono legatissima a mia sorella, però il nostro rapporto
non ha niente a che vedere con quello delle due ragazze del mio romanzo. La
loro è un’amicizia che nasce su una base comune: sono due sconosciute che si
avvicinano sempre di più nonostante una sia tedesca e l’altra ebrea, perché
vedono la vita allo stesso modo, e sono generalmente sulla stessa lunghezza
d’onda. La loro è un’amicizia profonda, perché a causa del periodo in cui
vivono, dove tutto è incerto, si conoscono in fretta, si confidano come se si
stessero sfogando con un diario privato, si rivelano segreti e si fidano del tutto
l’una dell’altra. Questi punti sicuramente accomunano il loro rapporto a quello
fra me e Sofia ma penso che un rapporto fra due amiche sia molto diverso da
quello fra due sorelle perché due sorelle sono cresciute insieme, si conoscono
“da sempre” e questo influenza il loro legame.
- Sofia, “Quando dal cielo cadevano le stelle”, un titolo veramente particolare e affascinante che suscita curiosità, da cosa ti sei ispirata?
Come sappiamo, in
molte nazioni, durante il nazismo, gli ebrei erano costretti a cucire sulle
proprie vesti la Stella di David. In “Quando dal cielo cadevano le stelle” c’è
una scena in cui Chalom, il fratello minore di Lia, chiede alla loro nonna
perché tanti ebrei sono costretti a cucire sui loro abiti una stella. Chalom sa
che la colpa è dei nazisti, naturalmente lo sa anche Lia, e la domanda che
entrambi si fanno è: perché le stelle sono cucite sulle vesti degli ebrei? Il
loro posto non è nel cielo?
Lia, una volta
rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz e costretta a indossare la
casacca a righe, noterà che anche su quella veste sporca e piena di pidocchi si
trova una stella gialla, a sei punte, segno di riconoscimento per i prigionieri
ebrei.
Il posto delle stelle
è nel cielo, ma durante la Seconda Guerra Mondiale in numerose nazioni, ad
Auschwitz e negli altri campi di concentramento, le stelle erano cucite sulle
vesti degli ebrei e sembravano cadere dal cielo.
Erano strappate dal
cielo come gli ebrei erano strappati dalle loro case.
Ecco perché ho deciso
di intitolare il mio romanzo “Quando le stelle cadevano dal cielo”.
- Siete entrambe molto giovani, ma avete già scritto due libri, sono veramente ammirata! Avete un nuovo romanzo in lavorazione?
Sofia: Grazie per le tue parole! Scrivere è la mia
passione, e non smetto mai di farlo e di cercare spunti per i miei romanzi.
Comunque la risposta è sì, ho già un nuovo romanzo in lavorazione e adesso sono
in una delle fasi dell’editing. Il mio prossimo libro uscirà a giugno ma
l’ambientazione non sarà italiana. Il romanzo prende vita in India, il Paese
peggiore in cui nascere donna. Le protagoniste sono due giovani donne di due
nazionalità diverse che instaurano un’amicizia profonda. Può l’amicizia di due
ragazze vicine ma lontane durare per sempre? Ed è possibile lottare per la
giustizia in un Paese corrotto e dove il potere è nelle mani degli uomini?
Rebecca:
Grazie. Cerco di scrivere ogni giorno, quindi ho sempre dei progetti per il
futuro! Il mio prossimo romanzo uscirà quest’estate e, rispetto a “La mia amica
ebrea” ha rappresentato una sfida per me perché, per la prima volta, ho scritto
di una persona realmente esistita. Non posso dire chi è, però è una ragazza di
cui io stessa non sapevo niente, prima d’imbattermi casualmente nella sua
storia, una storia che mi ha coinvolta e sconvolta, una storia d’ingiustizie,
intrighi e violenza ma, soprattutto, una storia sul diritto alla libertà,
fisica e di pensiero.
Come
avrete capito, è un romanzo cui tengo molto, che mi da’ una certa responsabilità
perché ho messo su carta le emozioni, i sogni, i pensieri, le paure, le angosce
di una ragazza veramente esistita, e le mie parole saranno il mezzo attraverso
il quale i lettori potranno farsi un’idea più ampia su certi periodi della
Storia, su certi “personaggi” e, spero, su di lei, su questa ragazza che è
stata incompresa e dimenticata dai più.
- Adesso Vi faccio delle domande più generali, per conoscerVi meglio; libro, autore e genere letterario preferito!
Rebecca:
La mia autrice preferita è Jane Austen, per la sua padronanza della lingua, la
grammatica, l’ironia e la perspicacia nei suoi romanzi e il mio libro preferito
è “Orgoglio e pregiudizio”. Ammiro molto Jane Austen perché nacque in un
periodo storico in cui le donne potevano fare poco o niente e, senza avvalersi
degli aiuti della tecnologia di cui disponiamo oggi, è riuscita a scrivere dei
libri che sono impareggiabili dal punto di vista lessicale e dello stile in
generale. Per quanto riguarda il genere letterario che preferisco, non ne ho
uno che supera tutti gli altri. Leggo un po’ di tutto: romanzi storici, romanzi
– testimonianza, romanzi contemporanei… ci sono dei generi però che non mi
piacciono. Il fantasy in tutte le sue sfumature è indubbiamente uno di quelli,
e non mi piacciono neanche gli horror, i thriller o i polizieschi.
Sofia: Non ho un vero e proprio libro preferito. Mi
piace molto leggere e penso che ognuno di noi possa imparare sia dai libri
belli sia da quelli brutti. Naturalmente, adoro Il diario di Anna Frank, il
talento e la forza di questa giovane ragazza ebrea che ha conquistato il mio
cuore. La mia autrice preferita è Bianca Pitzorno. Solitamente scrive dei
romanzi per un target di bambini – ragazzi, ma trovo il suo stile completo. Le protagoniste
dei suoi romanzi sono principalmente femmine e, come nel mio caso, sono quasi
sempre delle eroine. La Pitzorno riesce a cucire e scucire le varie vicende e
si dedica molto bene a ogni suo libro. M’interessa molto anche leggere libri –
testimonianze e, naturalmente, mi dedico anche ai romanzi degli autori
emergenti.
- Avete creato due blog, volete parlarcene?
Sofia: Sì, certo. Ho aperto un blog (http://sofiadominolibri.blogspot.it/) dove parlo dei miei romanzi, delle trame, delle
novità… è il mio mondo e il mondo dei miei libri. È sempre molto aggiornato e
parlo spesso di sorprese e giveaway. Invito tutti i tuoi lettori a venire a
trovarmi nel mio blog!
Rebecca:
Sì, ho aperto un blog dedicato ai miei libri, al mio mondo (http://rebeccadomino.blogspot.it).
Cerco di aggiornarlo costantemente, specialmente in un periodo di promozione
come questo, e penso che per i miei lettori sia un modo semplice e veloce per
essere sempre aggiornati sui miei progetti.
- Da dove e quando è nata la Vostra passione per la scrittura?
Rebecca:
Ho cominciato a scrivere quando ero bambina. A scuola mi piaceva scrivere temi
e, spesso, nel tempo libero scrivevo racconti. Purtroppo, nel corso
dell’adolescenza ho messo in secondo piano la scrittura per dedicarmi del tutto
ad altri interessi che pensavo fossero le mie vere passioni, ma non si sono
rivelati tali. Dopo un po’ di anni, però, mi sono seduta nuovamente davanti al
computer e ho ripreso a scrivere. Sono anni che scrivo per me stessa,
sperimento vari generi, e nel frattempo leggo. Sono felicissima di aver ripreso
a scrivere e adesso capisco che quella passione che mi entrò dentro in maniera
naturale e inspiegabile durante l’infanzia, è sempre stata quella giusta e che
sono stata io ad aver “sbagliato strada”, dedicando così tanto tempo ed energie
ad altre attività che, poi, mi hanno delusa. Ora quando scrivo mi sento felice
e libera di creare dei mondi o di provare a migliorare quello in cui ci
troviamo, una parola alla volta, e sono sicura che, fino a quando potrò, non smetterò
di scrivere.
Sofia: Sin da quando ero
piccola, adoravo scrivere. Ho cominciato a farlo su dei quaderni per la scuola,
poi sono passata alla macchina per scrivere e, infine, al computer. Ricordo
ancora qualcuna delle prime storie che scrissi e mi spiace tanto che con il
passare del tempo ne ho perdute alcune! Prima di far uscire un romanzo, però, ho
avuto bisogno di conoscere meglio il mio stile e ho imparato dai miei stessi
errori. Durante l’adolescenza, inoltre, con rammarico ammetto di aver lasciato
perdere per un periodo la scrittura e di essermi dedicata ad altro. Stavo
crescendo e avevo bisogno di vivere altre esperienze. Adesso, comunque, so che
la mia passione più grande è la scrittura e non potrei stare a lungo senza
scrivere! Ogni volto, ogni parola, ogni vicenda, ogni musica, ogni frase può
darmi l’ispirazione e può far nascere il mio prossimo romanzo.
Adoro scrivere, e sono molto fortunata di poter condividere questa
passione con Rebecca. Sicuramente, è una passione che rimarrà per sempre dentro
di noi.
- Sogno nel cassetto?
Sofia: Sognare è meraviglioso e da piccola avevo
tantissimi sogni, con il tempo ho provato a realizzarli ma spesso sono stata
delusa. Naturalmente, però, questo non vuol dire che ho smesso di sognare!
Attualmente, tutto quello che voglio fare è scrivere, scrivere e scrivere, e lo
sto facendo, quindi mi sento molto realizzata. Adoro passare il tempo con la
mia famiglia e mi ritengo molto fortunata. Certo, ho tanti sogni, ma so che
adesso ho la possibilità di fare quello che maggiormente m’interessa. Scrivere,
dare una voce a chi non ne ha, viaggiare, ridere, guardarmi intorno… rimanendo
con i piedi per terra e non dimenticando quanto sono fortunata a vivere in un
Paese sicuro, in salute, al fianco della mia famiglia… è come vivere in un
bellissimo sogno.
Rebecca:
Può sembrare strano ma non ho un vero e proprio sogno nel cassetto. Da piccola
ne avevo tantissimi, e anche da adolescente ma ho avuto la fortuna di
realizzarli e nella maggior parte dei casi si trattava di sogni che, una volta
trasformati in realtà, non mi hanno resa felice come credevo.
Da
quelle esperienze ho imparato che ho sempre avuto tutto ciò che mi serve per
essere contenta e semplicemente vedevo “l’erba del vicino sempre più verde”.
Pensavo che non sarei stata contenta se non avessi vissuto all’estero, in città
stimolanti confronto al paesino dove sono nata e cresciuta, e che, se non
avessi realizzato i miei sogni in ambito lavorativo, non sarei mai stata
soddisfatta. Come ho detto, ho buttato anni al vento seguendo quelle che erano
semplicemente illusioni, perché qui e ora ho tutto ciò che mi serve per essere
contenta: prima di tutto i miei cari ed io abbiamo la salute, abito in un posto
bellissimo, non ho problemi economici o in famiglia, posso dedicare tutto il
tempo che voglio a ciò che mi piace (viaggiare, ad esempio) e, grazie al self publishing,
la mia passione per la scrittura è totalmente indipendente dal volere altrui, perciò
non devo preoccuparmi al riguardo, perché scriverò finché vorrò. Quindi, direi
che il mio sogno nel cassetto è che le cose rimangano come sono adesso, e che io
e i miei cari possiamo continuare a stare bene e a essere felici.
- Un saluto ai nostri lettori!
Rebecca:
Saluto calorosamente tutti i lettori del tuo blog e naturalmente anche te!
Voglio ringraziarti per avermi dedicato questo spazio, specialmente in
occasione della Giornata della Memoria, un appuntamento fondamentale per non
dimenticare gli orrori del passato.
Sofia: Leggere è molto importante e, anche se il tema
dell’Olocausto è spesso definito “drammatico e deprimente” non dimentichiamo la
verità di un passato neanche troppo lontano. Un grande saluto a tutti quanti i
lettori, giovani e meno giovani e, naturalmente, un grande saluto anche a te e
grazie per avermi ospitato nel tuo blog!
Vorrei ringraziare calorosamente queste due
esordienti scrittrici per averci aiutato a ricordare gli orrori che sono stati fatti
da degli uomini nei confronti di altri uomini.
Dobbiamo imparare da questo enorme errore, così
tragico che non puo’ nemmeno essere definito uno sbaglio, ma una tragedia consapevole
ed è proprio questa la cosa più terribile.
_Giulietta_
Nessun commento:
Posta un commento