Buongiorno cari lettori,
Nessuna vera motivazione, bisogna scontare la vita di un fascista ucciso con la morte di un partigiano; non importa chi, non importa come. Unico scopo: la politica del terrore … per questo si attuavano le esecuzioni in pubblico, perché la gente sapesse che non si sarebbero fatti nessuno scrupolo ad ucciderli tutti, ad uno ad uno, senza pietà. Sangue versato giustamente, a parer loro. Un ragazzino di soli quattordici anni cosa poteva aver fatto di così grave per essere punito con la morte? Aveva solamente una “colpa”, essere un bambino della resistenza, i cui ideali non includevano la sopravvivenza.
State sopravvivendo al caldo afoso di questi giorni? Io sinceramente sono abbastanza provata e l'unica cosa che riesce a ristorarmi è un bel bagno in piscina, basta anche solo un oretta in quell'acqua fresca per farmi rinascere.
Volevo comunicarvi che ho partecipato ad un concorso letterario, organizzato dal Lions Club, che prevedeva la creazione di una prefazione al libro UNA QUESTIONE PRIVATA di Beppe Fenoglio e con mia grande sorpresa ho ricevuto il premio per la seconda posizione! Infatti vorrei ringraziare il Lions Club per avermi premiato e per aver creato un concorso così originale!
Sono veramente al settimo cielo, non posso non condividere questa bella notizia con i miei carissimi lettori!
Spero che abbiate voglia di leggere il mio elaborato e COMMENTARLO con una vostra opinione.
Vi consiglio di ascoltare e leggere le parole della canzone che ho messo alla fine del post, quando avrete finito di leggere la prefazione.
Prefazione
Da
qualche parte oltre l’arcobaleno, lassù in alto, c’è una terra
che ho sentito, una volta in una ninna nanna.
Il
tutto nelle mani di pochi.
Il
razzismo di alcuni causa la morte di tanti.
La
giustizia che non trionfa sulla pazzia.
L’evidenza
che non viene considerata.
In
un’epoca di contraddizioni, l’unica cosa che poteva cambiare il
mondo era la SPERANZA di una terra oltre all’arcobaleno!
La
speranza che qualcuno riuscisse a trovare il coraggio, dentro se
stesso, per opporsi alla marea di ingiustizie che stavano colpendo i
“Diversi”. E’ la differenza a spaventare le persone, pensano di
non poterla controllare, ma basterebbe solamente conoscerla perché
il diverso diventi un mio pari, perché non si pensi che ci possa
essere una razza perfetta, perché il razzismo finalmente scompaia.
Ecco
che arrivano gli eroi nascosti della seconda guerra mondiale, i
partigiani, come Milton, che con tutti i loro difetti, con la
mentalità xenofoba che tentava di sopprimere il loro cervello, hanno
cercato ugualmente di dare una speranza, di creare una luce dove
ormai era solo buio.
Da
qualche parte oltre l’arcobaleno, i cieli sono blu, ed i sogni che
osi sognare, diventano davvero realtà.
Un
sogno, basta un piccolo sogno perché l’uomo dia il meglio di sé,
superando anche le proprie aspettative, sbalordendo se stesso.
Milton
trova il coraggio di andare avanti perché spera che un sogno diventi
realtà, desidera solo una cosa, che l’amore provato per Fulvia non
sia frutto della sua immaginazione, che il suo non sia un Amore
unilaterale, e farebbe qualunque cosa per dimostrarlo, anche andare
alla ricerca di un amico catturato, per sapere quella verità che
potrebbe veramente cambiare la sua vita.
“
< Fulvia, Fulvia, amore
mio >. Davanti alla porta di lei gli sembrava di non dirlo al
vento, per la prima volta in tanti mesi. < Sono sempre lo stesso,
Fulvia. Ho fatto tanto, ho camminato tanto … Sono scappato e ho
inseguito. Mi sono sentito vivo come non mai e mi sono visto morto .
Ho riso e ho pianto. Ho ucciso un uomo, a caldo. Ne ho visti
uccidere, a freddo, moltissimi. Ma io sono sempre lo stesso.”
Deve
essere un sentimento forte che non possa essere cambiato da nulla, un
pensiero felice che ti permetta di volare.
Fulvia
è il suo pensiero felice, quella ragazza che l‘ha fatto innamorare
perdutamente, che gli fa dimenticare tutti i momenti terribili,
mostrandogli un cielo blu senza nuvole.
Qualche
giorno, mi auguro su una stella, di svegliarmi dove le nuvole sono
lontane, dietro di me.
In
sei lunghissimi anni il tormento si è diffuso in tutto il mondo,
risparmiando solo gli eletti, coloro che dovevano costituire la nuova
e unica razza che avrebbe popolato la terra. Sei lunghissimi anni in
cui il fascismo e il nazismo hanno convinto un’immensità di
persone con i loro “ideali”. Sei lunghissimi anni in cui le
donne, gli uomini e i bambini rinchiusi nei campi di concentramento
hanno sperato di svegliarsi da quell'interminabile incubo,
lasciandosi dietro di loro le nuvole lontane.
“Una
questione privata” non parla esplicitamente degli orrori dei campi,
descrive la realtà dei partigiani che raccontano di una Germania
lontana, ma che lottano anche per coloro che sono rinchiusi in quella
terra per loro così distante. Milton e i suoi compagni combattono
“in
un’epoca in cui i ragazzi come lui erano chiamati più a morire che
a vivere”
; ma Milton è diverso dagli altri, lui non può morire senza sapere!
L’unica cosa che può tenerlo in vita è la consapevolezza che il
cuore di lei appartenga solamente a lui e non a un Giorgio Clerici
qualunque.
“<
Quando la rivedrò? Prima della fine della guerra è impossibile. Non
è nemmeno augurabile. Ma il giorno stesso che la guerra finisce
correrò a Torino a cercarla. E’ lontana da me esattamente quanto
la nostra vittoria. >”
Il
paesaggio, i rumori, la guerra stessa sa di lei, è una presenza
imprescindibile che gli permette di avere uno scopo. E’ la stella
su cui si vuole svegliare dopo quel brutto sogno.
“ < Quando sarà finita? >
< Maggio >
[…] <E’ solo di un
termine che ha bisogno la povera gente. Da stasera voglio convincermi
che a partire
da maggio i nostri uomini
potranno andare alle fiere e ai mercati come una volta, senza morire
per la strada. La gioventù potrà ballare all’aperto, le donne
giovani resteranno incinte volentieri, e noi vecchie potremo uscire
sulla nostra aia senza la paura di trovarci un forestiero armato. >”
La
gente sfinita dalla guerra e dalle continue privazioni vuole un
termine, un punto di arrivo che diventi la linea di partenza;
desidera che i problemi si sciolgano, come la goccia di un limone.
Vogliono riprendersi i loro diritti e soprattutto pretendono che
quelle inutili carneficine si esauriscano, permettendo finalmente il
rifiorire della vita.
La
paura si è diffusa in tutto il mondo, ma non è riuscita a fermare
le persone buone: i cuori nobili, nascosti nei soggetti più
impensabili, hanno fatto sentire il loro battito. A rischio della
propria incolumità molti hanno dato asilo agli ebrei, screditati in
tutti i modi possibili dai fascisti, che li raffiguravano come dei
mostri pur di convincere la massa ad emarginarli. Alcuni hanno dato
un riparo ed un piatto caldo ai partigiani, nelle lunghe e fredde
notti di veglia; altri ancora si sono opposti apertamente al
razzismo, pagando quel coraggio con la loro stessa vita, ma non
sottomettendosi ad un destino che non avevano scelto.
“
< Vado e torno. Ma non
te lo butterò come un cane. Vado a farti un sandwich di pane e lardo
e se te lo buttassi si disferebbe per aria. E poi tu non sei un cane.
Voi siete tutti nostri figli. Vi teniamo per tali al posto di quelli
che ci mancano. > “
Voi
siete tutti nostri figli …
Cinque
parole per riassumere quello che chiunque avrebbe dovuto pensare. Non
bisogna convincersi con egoismo di tenere solamente al proprio
benessere, ma aprire le finestre, sporgersi sui comignoli e trovare
l’amore.
Da
qualche parte oltre l’arcobaleno, uccelli azzurri volano, uccelli
oltre l’arcobaleno. Perché allora, perché io non posso ?
Perché?
Una domanda che in quel triste periodo affiorava sulla bocca di molte
persone; Perché proprio io? Cosa ho fatto per meritarmi tutta questa
rabbia?
“ < Si, devi andartene, >
disse il tenente a precipizio.
< Morire? >
< sì. >
Il ragazzino si portò una mano
al petto. < Mi fucilate. E perché? >
<Ti ricordi che allora sei
stato condannato a morte? Te ne ricordi certamente. Ebbene, oggi è
venuto l’ordine di eseguire la sentenza. > […]
< Ma io, io credevo di
essermi comportato bene. In questi quattro mesi mi sono comportato
bene. >
<Ti sei comportato bene.
Effettivamente. >
<E allora? Allora perché mi
ammazzate? […] io ho solo quattordici anni. […] >
< Ti debbo dire> spiegò
il tenente, < che è stato ucciso uno dei nostri. Lo ha ucciso uno
dei vostri sulla collina qui di fronte. >
Nessuna vera motivazione, bisogna scontare la vita di un fascista ucciso con la morte di un partigiano; non importa chi, non importa come. Unico scopo: la politica del terrore … per questo si attuavano le esecuzioni in pubblico, perché la gente sapesse che non si sarebbero fatti nessuno scrupolo ad ucciderli tutti, ad uno ad uno, senza pietà. Sangue versato giustamente, a parer loro. Un ragazzino di soli quattordici anni cosa poteva aver fatto di così grave per essere punito con la morte? Aveva solamente una “colpa”, essere un bambino della resistenza, i cui ideali non includevano la sopravvivenza.
Un
muro, un giovane, un grilletto premuto e poi il silenzio.
Era
solo un'altra vittima della lunga strada verso l’obbiettivo ultimo.
Ma
chi può decidere l’obbiettivo? Non un uomo, non un animale, non
una forma di vita sulla terra.
Milioni
di persone che come uccelli azzurri volano oltre l’arcobaleno,
l’unica speranza è che abbiano trovato la pace dopo una vita di
sofferenze.
Se
uccelli azzurri contenti volano, oltre l’arcobaleno, Perché, oh
perché io
non posso ?Intrappolato
in un luogo che ormai non gli appartiene più, alla ricerca di un
amore solo immaginario, il partigiano Milton si distruggerà con le
sue stesse mani. Perché si sa, l’amore non corrisposto è una
tortura logorante che confonde la mente. I sensi vengono a mancare
davanti alla persona desiderata, non si riconosce la verità nemmeno
se la si ha davanti. E se in un tempo e in un luogo normale è
difficile superare un sentimento così forte, in un periodo di guerra
è praticamente impossibile cancellarlo dalla mente, perché si fa
di tutto per restare attaccati ai ricordi cercando il modo di
aggrapparsi alla vita.
“
< in che stato sono.
Sono fatto di fango, dentro e fuori. Mia madre non mi riconoscerebbe.
Fulvia, non dovevi farmi questo . Specie pensando a ciò che mi stava
davanti. Ma tu non potevi sapere cosa stava davanti a me ed anche a
lui e a tutti i ragazzi. Tu non devi sapere niente, solo che io ti
amo. Io invece debbo sapere solo se io ho la tua anima. Ti sto
pensando, anche ora anche in queste condizioni sto pensando a te. Lo
sai che se cesso di pensarti, tu muori, istantaneamente? Ma non
temere, io non cesserò mai di pensarti.”
Perché
anche Milton non può essere fra quegli uccelli che volano liberi e
felici oltre all’arcobaleno?
Non
sa se l’anima di lei gli apparterrà per sempre. Desidera solo
rimanerle accanto, che sia presente nei suoi pensieri; vuole vivere
per lei attraverso la loro canzone.
VI E' PIACIUTA QUESTA PREFAZIONE?
COSA NE PENSATE?
COMMENTATE CON LA VOSTRA OPINIONE!
_Giulietta_
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