mercoledì 11 giugno 2014

All'alba vincerò ...

Buongiorno cari lettori,

State sopravvivendo al caldo afoso di questi giorni? Io sinceramente sono abbastanza provata e l'unica cosa che riesce a ristorarmi è un bel bagno in piscina, basta anche solo un oretta in quell'acqua fresca per farmi rinascere. 

Volevo comunicarvi che ho partecipato ad un concorso letterario, organizzato dal Lions Club, che prevedeva la creazione di una prefazione al libro UNA QUESTIONE PRIVATA di Beppe Fenoglio e con mia grande sorpresa ho ricevuto il premio per la seconda posizione! Infatti vorrei ringraziare il Lions Club per avermi premiato e per aver creato un concorso così originale!

Sono veramente al settimo cielo, non posso non condividere questa bella notizia con i miei carissimi lettori! 

Spero che abbiate voglia di leggere il mio elaborato e COMMENTARLO con una vostra opinione. 
Vi consiglio di ascoltare e leggere le parole della canzone che ho messo alla fine del post, quando avrete finito di leggere la prefazione.

Prefazione 

Da qualche parte oltre l’arcobaleno, lassù in alto, c’è una terra che ho sentito, una volta in una ninna nanna.

Il tutto nelle mani di pochi.
Il razzismo di alcuni causa la morte di tanti.
La giustizia che non trionfa sulla pazzia.
L’evidenza che non viene considerata.

In un’epoca di contraddizioni, l’unica cosa che poteva cambiare il mondo era la SPERANZA di una terra oltre all’arcobaleno!
La speranza che qualcuno riuscisse a trovare il coraggio, dentro se stesso, per opporsi alla marea di ingiustizie che stavano colpendo i “Diversi”. E’ la differenza a spaventare le persone, pensano di non poterla controllare, ma basterebbe solamente conoscerla perché il diverso diventi un mio pari, perché non si pensi che ci possa essere una razza perfetta, perché il razzismo finalmente scompaia.
Ecco che arrivano gli eroi nascosti della seconda guerra mondiale, i partigiani, come Milton, che con tutti i loro difetti, con la mentalità xenofoba che tentava di sopprimere il loro cervello, hanno cercato ugualmente di dare una speranza, di creare una luce dove ormai era solo buio.

Da qualche parte oltre l’arcobaleno, i cieli sono blu, ed i sogni che osi sognare, diventano davvero realtà.
Un sogno, basta un piccolo sogno perché l’uomo dia il meglio di sé, superando anche le proprie aspettative, sbalordendo se stesso.
Milton trova il coraggio di andare avanti perché spera che un sogno diventi realtà, desidera solo una cosa, che l’amore provato per Fulvia non sia frutto della sua immaginazione, che il suo non sia un Amore unilaterale, e farebbe qualunque cosa per dimostrarlo, anche andare alla ricerca di un amico catturato, per sapere quella verità che potrebbe veramente cambiare la sua vita.
< Fulvia, Fulvia, amore mio >. Davanti alla porta di lei gli sembrava di non dirlo al vento, per la prima volta in tanti mesi. < Sono sempre lo stesso, Fulvia. Ho fatto tanto, ho camminato tanto … Sono scappato e ho inseguito. Mi sono sentito vivo come non mai e mi sono visto morto . Ho riso e ho pianto. Ho ucciso un uomo, a caldo. Ne ho visti uccidere, a freddo, moltissimi. Ma io sono sempre lo stesso.”
Deve essere un sentimento forte che non possa essere cambiato da nulla, un pensiero felice che ti permetta di volare.
Fulvia è il suo pensiero felice, quella ragazza che l‘ha fatto innamorare perdutamente, che gli fa dimenticare tutti i momenti terribili, mostrandogli un cielo blu senza nuvole.

Qualche giorno, mi auguro su una stella, di svegliarmi dove le nuvole sono lontane, dietro di me.

In sei lunghissimi anni il tormento si è diffuso in tutto il mondo, risparmiando solo gli eletti, coloro che dovevano costituire la nuova e unica razza che avrebbe popolato la terra. Sei lunghissimi anni in cui il fascismo e il nazismo hanno convinto un’immensità di persone con i loro “ideali”. Sei lunghissimi anni in cui le donne, gli uomini e i bambini rinchiusi nei campi di concentramento hanno sperato di svegliarsi da quell'interminabile incubo, lasciandosi dietro di loro le nuvole lontane.
Una questione privata” non parla esplicitamente degli orrori dei campi, descrive la realtà dei partigiani che raccontano di una Germania lontana, ma che lottano anche per coloro che sono rinchiusi in quella terra per loro così distante. Milton e i suoi compagni combattono “in un’epoca in cui i ragazzi come lui erano chiamati più a morire che a vivere” ; ma Milton è diverso dagli altri, lui non può morire senza sapere! L’unica cosa che può tenerlo in vita è la consapevolezza che il cuore di lei appartenga solamente a lui e non a un Giorgio Clerici qualunque.

< Quando la rivedrò? Prima della fine della guerra è impossibile. Non è nemmeno augurabile. Ma il giorno stesso che la guerra finisce correrò a Torino a cercarla. E’ lontana da me esattamente quanto la nostra vittoria. >”

Il paesaggio, i rumori, la guerra stessa sa di lei, è una presenza imprescindibile che gli permette di avere uno scopo. E’ la stella su cui si vuole svegliare dopo quel brutto sogno.

Dove i problemi si sciolgono come gocce di limone, via sopra i comignoli, là mi
potrai trovare.


< Quando sarà finita? >
< Maggio >
[…] <E’ solo di un termine che ha bisogno la povera gente. Da stasera voglio convincermi che a partire
da maggio i nostri uomini potranno andare alle fiere e ai mercati come una volta, senza morire per la strada. La gioventù potrà ballare all’aperto, le donne giovani resteranno incinte volentieri, e noi vecchie potremo uscire sulla nostra aia senza la paura di trovarci un forestiero armato. >”

La gente sfinita dalla guerra e dalle continue privazioni vuole un termine, un punto di arrivo che diventi la linea di partenza; desidera che i problemi si sciolgano, come la goccia di un limone. Vogliono riprendersi i loro diritti e soprattutto pretendono che quelle inutili carneficine si esauriscano, permettendo finalmente il rifiorire della vita.
La paura si è diffusa in tutto il mondo, ma non è riuscita a fermare le persone buone: i cuori nobili, nascosti nei soggetti più impensabili, hanno fatto sentire il loro battito. A rischio della propria incolumità molti hanno dato asilo agli ebrei, screditati in tutti i modi possibili dai fascisti, che li raffiguravano come dei mostri pur di convincere la massa ad emarginarli. Alcuni hanno dato un riparo ed un piatto caldo ai partigiani, nelle lunghe e fredde notti di veglia; altri ancora si sono opposti apertamente al razzismo, pagando quel coraggio con la loro stessa vita, ma non sottomettendosi ad un destino che non avevano scelto.
< Vado e torno. Ma non te lo butterò come un cane. Vado a farti un sandwich di pane e lardo e se te lo buttassi si disferebbe per aria. E poi tu non sei un cane. Voi siete tutti nostri figli. Vi teniamo per tali al posto di quelli che ci mancano. > “
Voi siete tutti nostri figli
Cinque parole per riassumere quello che chiunque avrebbe dovuto pensare. Non bisogna convincersi con egoismo di tenere solamente al proprio benessere, ma aprire le finestre, sporgersi sui comignoli e trovare l’amore.

Da qualche parte oltre l’arcobaleno, uccelli azzurri volano, uccelli oltre l’arcobaleno. Perché allora, perché io non posso ?


Perché? Una domanda che in quel triste periodo affiorava sulla bocca di molte persone; Perché proprio io? Cosa ho fatto per meritarmi tutta questa rabbia?

< Si, devi andartene, > disse il tenente a precipizio.
< Morire? >
< sì. >
Il ragazzino si portò una mano al petto. < Mi fucilate. E perché? >
<Ti ricordi che allora sei stato condannato a morte? Te ne ricordi certamente. Ebbene, oggi è venuto l’ordine di eseguire la sentenza. > […]
< Ma io, io credevo di essermi comportato bene. In questi quattro mesi mi sono comportato bene. >
<Ti sei comportato bene. Effettivamente. >
<E allora? Allora perché mi ammazzate? […] io ho solo quattordici anni. […] >
< Ti debbo dire> spiegò il tenente, < che è stato ucciso uno dei nostri. Lo ha ucciso uno dei vostri sulla collina qui di fronte. >


Nessuna vera motivazione, bisogna scontare la vita di un fascista ucciso con la morte di un partigiano; non importa chi, non importa come. Unico scopo: la politica del terrore … per questo si attuavano le esecuzioni in pubblico, perché la gente sapesse che non si sarebbero fatti nessuno scrupolo ad ucciderli tutti, ad uno ad uno, senza pietà. Sangue versato giustamente, a parer loro. Un ragazzino di soli quattordici anni cosa poteva aver fatto di così grave per essere punito con la morte? Aveva solamente una “colpa”, essere un bambino della resistenza, i cui ideali non includevano la sopravvivenza.
Un muro, un giovane, un grilletto premuto e poi il silenzio.
Era solo un'altra vittima della lunga strada verso l’obbiettivo ultimo.
Ma chi può decidere l’obbiettivo? Non un uomo, non un animale, non una forma di vita sulla terra.
Milioni di persone che come uccelli azzurri volano oltre l’arcobaleno, l’unica speranza è che abbiano trovato la pace dopo una vita di sofferenze.

Se uccelli azzurri contenti volano, oltre l’arcobaleno, Perché, oh perché io
non posso ?Intrappolato in un luogo che ormai non gli appartiene più, alla ricerca di un amore solo immaginario, il partigiano Milton si distruggerà con le sue stesse mani. Perché si sa, l’amore non corrisposto è una tortura logorante che confonde la mente. I sensi vengono a mancare davanti alla persona desiderata, non si riconosce la verità nemmeno se la si ha davanti. E se in un tempo e in un luogo normale è difficile superare un sentimento così forte, in un periodo di guerra è praticamente impossibile cancellarlo dalla mente, perché si fa di tutto per restare attaccati ai ricordi cercando il modo di aggrapparsi alla vita.
< in che stato sono. Sono fatto di fango, dentro e fuori. Mia madre non mi riconoscerebbe. Fulvia, non dovevi farmi questo . Specie pensando a ciò che mi stava davanti. Ma tu non potevi sapere cosa stava davanti a me ed anche a lui e a tutti i ragazzi. Tu non devi sapere niente, solo che io ti amo. Io invece debbo sapere solo se io ho la tua anima. Ti sto pensando, anche ora anche in queste condizioni sto pensando a te. Lo sai che se cesso di pensarti, tu muori, istantaneamente? Ma non temere, io non cesserò mai di pensarti.”
Perché anche Milton non può essere fra quegli uccelli che volano liberi e felici oltre all’arcobaleno?
Non sa se l’anima di lei gli apparterrà per sempre. Desidera solo rimanerle accanto, che sia presente nei suoi pensieri; vuole vivere per lei attraverso la loro canzone. 

VI E' PIACIUTA QUESTA PREFAZIONE? 
COSA NE PENSATE? 
COMMENTATE CON LA VOSTRA OPINIONE! 

_Giulietta_ 

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