Molte volte, purtroppo, veniamo frenati dalla così detta "Prima impressione", che ci influenza, mutando radicalmente le nostre idee.
Facciamo fatica ad eliminare le convinzioni che giorno per giorno creiamo introno ai nostri occhi, esse si accumulano, fino a formare una fitta barriera che ci occulta la vista. Per questo è complicato valutare una persona per quello che è, senza venire influenzati da sciocchi preconcetti.
Questo enorme limite ci accompagna, rafforzandosi mano a mano che si cresce, perché quando si è bambini, si possiede quell'ingenuità e purezza, che ti fa essere sincero con gli altri e con te stesso.
Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato “Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno.
Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale.
Eccovi la copia del disegno.
C’era scritto: “I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla.
Dopo di che non riescono piu’ a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede”.
Meditai a lungo sulle avventure della jungla.
E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno.
Il mio disegno numero uno. Era cosi’:
Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale.
Eccovi la copia del disegno.
C’era scritto: “I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla.
Dopo di che non riescono piu’ a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede”.
Meditai a lungo sulle avventure della jungla.
E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno.
Il mio disegno numero uno. Era cosi’:
Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava.
Ma mi risposero: “ Spaventare? Perche’ mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?” .
Il mio disegno non era il disegno di un cappello.
Era il disegno di un boa che digeriva un elefante.
Affinche’ vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa.
Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi.
Il mio disegno numero due si presentava cosi’:
Ma mi risposero: “ Spaventare? Perche’ mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?” .
Il mio disegno non era il disegno di un cappello.
Era il disegno di un boa che digeriva un elefante.
Affinche’ vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa.
Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi.
Il mio disegno numero due si presentava cosi’:
Questa volta mi risposero di lasciare da parte i boa, sia di fuori che di dentro, e di applicarmi invece alla geografia, alla storia, all’aritmetica e alla grammatica.
Fu cosi’ che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera di pittore.
Il fallimento del mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva disarmato.
I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.
Fu cosi’ che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera di pittore.
Il fallimento del mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva disarmato.
I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.
Cit. Il piccolo principe
_Giulietta_
Ho riconosciuto subito quell'immagine *__* un libro che entra nel cuore ^^
RispondiEliminaE' proprio vero... se lo leggi non puoi dimenticarlo! ^^
EliminaGrazie mille, si, non si può non amare il piccolo principe ^.^ Farò molto volentieri un salto sul tuo blog!
RispondiEliminaQuanta saggezza in un libro così piccolo......lo amo follemente!!!
RispondiEliminaLo so, è incredibile come una favola possa diventare un manuale per affrontare la vita!
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