venerdì 30 maggio 2014

Il Colle delle masche

Salve a tutti, miei cari lettori,
vorrei condividere con voi il promo del mio racconto "Il colle delle masche", che ho creato per richiamare l'attenzione sulle tradizioni popolane e i loro fitti misteri. Se volete legger il racconto vi basterà cliccare su I MIEI RACCONTI, buona visione e buona lettura.


lunedì 26 maggio 2014

Non Volare Via

Questa settimana vi presento un libro che mi ha commosso! 

Aveva attirato la mia attenzione in libreria per la magnifica copertina, ma non so per qual motivo, non l'avevo comprato!
Poi però, inaspettatamente, me l'ha prestato una mia amica, non ho resistito, l'ho iniziato e finito tutto di un fiato. 

E' una storia delicata che riserva moltissime sorprese, un romanzo che parla della vita ordinaria rendendola straordinaria, facendoci capire come i piccoli gesti siano i più importanti. 
L'affetto profondo che lega i due fratelli Matteo e Alice ti colpisce come un fulmine; la loro forza riuscirà a tirar fuori i genitori dai momenti complicati causati da un sovraffollamento di emozioni. 
Una schiettezza che spiazza il lettore, la sincerità dei sentimenti che ti parlano dritti all'anima sussurrandoti che per essere straordinari non è necessario nascere perfetti.

Titolo: Non volare via
Autrice: Sara Rattaro
Prezzo: 14,90 €
Pagine: 214
TRAMA: Matteo ama la pioggia, adora avvertirne il tocco leggero sulla pelle. E' l'unico momento in cui è uguale a tutti gli altri, in cui smette di sentirsi diverso. Perché Matteo è nato sordo. 
Oggi è giorno di esercizi. La logopedista gli mostra un disegno con tre uccellini. Uno vola via. Quanti ne restano? La domanda è continua, insistita. Ma Matteo non risponde, la voce non esce, e nei suoi occhi profondi c'è un mondo fatto solo di silenzi. All'improvviso la voce, gutturale, dice: "Pecché vola via?".
Un uccellino è volato via e Matteo l'ha capito prima di tutti. Prima della mamma, Sandra. Prima della sorella, Alice. E' il padre a essere volato via, perché ha deciso di fuggire dalle sue responsabilità. All'inizio non era stato semplice crescer il piccolo Matteo. Eppure tutti si erano fatti forza in nome di un comandamento inespresso: resistere uniti grazie all'amore. Ma è stato proprio l'amore a travolgere Alberto, un amore perduto e sempre rimpianto. Uno di quei segreti del passato che ti sconvolgono la vita quando meno te l'aspetti. Lo fa quando credi di essere sicuro, perché sei adulto e sai che non ti può succedere. E poi ti trascina nell'impeto di inseguire i tuoi sogni. Ma adesso Alberto ha una famiglia che ha bisogno di lui. Sandra, la donna che ha sacrificato tutto per il figlio. Alice, la figlia adolescente che sta diventando grande troppo in fretta. Ma soprattutto ha bisogno di lui Matteo, che vorrebbe gridare "Papà, non volare via". 
Questa è una storia che parla di tutti noi, che parla di un amore grande e imperfetto.
Questo è il romanzo di un bambino coraggioso, di un padre spaventato e di una ragazza con i piedi per terra.
Ma anche quello di una madre che non ha dimenticato di essere donna. 
Questo è il momento indecifrabile della vita in cui amore, colpa e perdono si fondono in un unico istante. 

"Non è la morte che ci fa paura. E' la vita. Quando ci stupiamo di quanto sia difficile affrontarla o quanto sia complicato spiegarla, dobbiamo ricordare che in una frazione di secondo tutto può cambiare."

BIOGRAFIA: Sara Rattaro nasce e cresce a Genova, dove si laurea con lode in Biologia e Scienze della comunicazione. Nel 2010 esce per un piccolo editore il suo primo romanzo "Sulla sedia sbagliata". Nel 2011 scrive il suo secondo romanzo "Un uso qualunque di te", che ben presto scala le classifiche e diventa un fenomeno della passaparola. "Non volare via" è il suo primo romanzo pubblicato con Garzanti. La scrittura di Sara e la sua voce unica hanno già conquistato i più importanti editori di tutta Europa, che hanno deciso di scommettere su di lei e di pubblicarla.


"Quando arriva la tempesta pensiamo a trovare un riparo, sperando che passi in fretta portandosi via tutto ciò che non ci piace. Le conseguenze delle nostre azioni, le ferite che non si rimarginano e i brutti ricordi. Poi smette di piovere e scopriamo che ha dato solo una rinfrescata. "
fonti: Il libro

VI E' PIACIUTO QUESTO LIBRO DELLA SETTIMANA? 

_Giulietta_

domenica 25 maggio 2014

Anteprima


Salve cari lettori, 
Vi presento l'anteprima di un fantasy esordiente dal quale presto seguirà una recensione, ma non voglia svelarvi troppo in anticipo, quindi non darò ancora opinioni personali.  

Titolo: Poteri Spezzati
Autrice: Federica Nalbone 
Pagine: 217
Prezzo: 2,49 € 
Pubblicazione: 7 maggio 2014
TRAMA: Alison è una coraggiosa cacciatrice di creature soprannaturali che possiede il dono della preveggenza, ma quando il suo potere, inaspettatamente, comincia a ritorcersi contro di lei si ritrova in grave pericolo. Accorre in suo aiuto un misterioso e affascinante cacciatore, Dave, che la coinvolge in una corsa contro il tempo per tentare di scoprire perché i poteri di alcuni cacciatori siano diventati di colpo tanto pericolosi. Saranno avventure rischiose e i due ragazzi, nella splendida cornice di Chicago, verranno a contatto con molte altre creature: potenti stregoni, vampiri assetati di sangue, un misterioso fantasma e persino altri cacciatori con un'idea di giustizia ben differente dalla loro. L'amore busserà alle loro porte, ma i pericoli sono molti: qualcuno ha alterato un equilibrio precario e i due dovranno, prima di tutto, riuscire a salvarsi.


BIOGRAFIA: Federica Nalbone ha 26 anni ed è nata a Palermo, dove vive tutt'ora. Ama da sempre leggere libri e, da alcuni anni, si è avvicinata molto al mondo dell'urban fantasy sino a trovarlo fonte di ispirazione anche per i suoi scritti. Appassionata del mondo Disney, segue svariate serie televisive e adora anche il mondo del cinema.



COSA NE PENSATE? LA TRAMA VI ATTIRA? 

Perché a me ha incuriosito molto :)

_Giulietta_ 

venerdì 23 maggio 2014

Il Maggio dei libri

Salve carissimi lettori,

Come state? finalmente e venerdì e possiamo dire di poter sentire il profumo del fine settimana che si avvicina.

Mi scuso con voi se in questo periodo non aggiorno il blog con molta regolarità, ma farò di tutto per rimediare :)

Infatti vorrei comunicarvi una rubrica, a mio parere molto interessante, che ha aperto il blog ALL MY BEDSIDE BOOKS & CO intitolata "Promotions" : il suo scopo è aggiornare i lettori sui vari sconti, per comprare i libri al prezzo più conveniente.

E' proprio in questa rubrica che ho visto la promozione IL MAGGIO DEI LIBRI e ho immediatamente pensato che non potevo fare altro che condividerla con voi!



Dal 22 al 26 maggio sui siti www.ibs.it e www.libraccio.it ci sarà questo sconto del 20% su tutti i libri, tranne i testi scolastici, che a mio parere va colta al volo. 

Che ne pensate? 

_Giulietta_

martedì 20 maggio 2014

Il mio dante

Questa settimana vi consiglio un libro che pur essendo molto "Dotto" non è per nulla noioso, stiamo parlando della divina commedia analizzata dal punto di vista di Benigni! 

Titolo: Il Mio Dante
Autore: Roberto Benigni 
Pagine: 145
Prezzo: 10,50 €
Casa editrice: Einaudi  
Un libro scanzonato, leggero e dottissimo per chi ama la poesia e per le folle che nel 1991, dalle università, ai teatri, alla televisione, hanno cominciato o ricominciato ad amare Dante per come Benigni lo ha narrato.
Il distillato del racconto orale con cui il nostro grande attore comico ha accompagnato tutte le sue letture dantesche. 
Che in modo allegro e pieno di vita, ci parla di figure retoriche e di accenti, di bellezza e di amore, di religione, di Dio e del peccato. Un libro, infine, che col sorriso sulle labbra ci rende felici di parlare la stessa lingua di Dante Alighieri. 

"Quando dico che la divina commedia è la vetta della letteratura, lo dico proprio perché è un piacere leggerla, e chissà cosa abbiamo fatto di straordinario per meritarci un dono così bello. E' come se Dio avesse detto: << Guarda, siete stati talmente bravi e buoni che vi voglio premiare; vi dò uno che vi scrive la Divina Commedia.>>"
ESTRATTO

"A me la mia mamma me lo diceva sempre: -impara a memoria! Lo vedi Dante? Era tremendo. Devi diventare come lui, che sapeva tutto a memoria, conosceva ogni cosa! -
E mi raccontava il famoso aneddoto del sasso...

Dante è seduto su un sasso davanti al Duomo di Firenze.
Arriva un signore e gli dice: -Qual'è il miglior boccone?
E Dante: -L'uovo!
E l'altro se ne va.
Un anno dopo, lo stesso signore ritorna nello stesso posto dove Dante è seduto sullo stesso sasso, e gli chiede a bruciapelo: -Con che? 
E Dante: -Col sale! "

E a voi piace la Divina Commedia?
Fonti: il libro
_Giulietta_ 

lunedì 19 maggio 2014

INTERVIEW TIME

Ecco a voi la seconda parte dell'Interview time!

Intervista a Sofia Domino 
  1. Prima di tutto ti ringrazio per avermi dato la disponibilità per questa intervista;
    La prima domanda che vorrei rivolgerti è la seguente: Da cosa è nata la scelta per due mondi così contrapposti come l'India e New York? Cosa ha fatto nascere questa idea?

Grazie a te per ospitarmi nel tuo blog e per la tua disponibilità!
Ho deciso di ambientare il mio romanzo sia negli Stati Uniti sia in India per un motivo. Sarah, la protagonista, è nata e cresciuta a New York. Si muove tranquillamente tra le strade affollate, schiva taxi ed entra ed esce dalle metropolitane come se niente fosse. Per lei il verde equivale a Central Park e un enorme grattacielo rappresenta la sua casa.
Quando Sarah decide di partire per l’India e arriverà in città come Mumbai e Raipur, non avrà problemi a spostarsi (e lo stesso avverrà nel corso del romanzo, quando si troverà in altre città indiane e dovrà ambientarsi velocemente) e quando raggiunge Kailashpur (il villaggio rurale indiano che vuole visitare) rimane senza parole, ma non in senso negativo. Da un’immensa e caotica città come New York, Sarah si ritrova nella natura vera, al fianco di bufali, di capanne, di campi immensi. Tutto è diverso se visto dagli occhi di una ragazza di città ed è ancora più facile contemplare la bellezza della natura che ci circonda.
Sarah deve abituarsi allo stile di vita indiano (niente più docce, pasti consumati intorno al tavolo, ventilatori…) e nonostante le prime difficoltà, non mancheranno momenti in cui si siederà ad ammirare il paesaggio, il volo di un uccello, l’orizzonte che incendia il fuoco…
E gli Stati Uniti le parranno sempre più lontani, e le sembrerà impossibile che New York e Kailashpur facciano parte dello stesso mondo.
Se la protagonista fosse stata una ragazza di campagna, o comunque di un piccolo paese, anche se straniero, avrei potuto fare meno paragoni.

  1. Puoi descriverci le caratteristiche delle due protagoniste: Sarah e Asha?
    E qual'è l'elemento che le unisce in un rapporto così forte da spingere Sarah a fare il possibile per liberare Asha?

Certo. Comincio con Sarah, la protagonista di “Come lacrime nella pioggia”. Sarah è una ragazza di ventidue
anni, nata e cresciuta a New York. È un’appassionata di fotografia, ama immortale paesaggi meravigliosi e, al tempo stesso, nascosti. Paesaggi che gli altri tendono a dimenticare solo perché non definiti famosi. È perdutamente innamorata di Abhai, un ragazzo indiano trasferitosi a New York all’età di cinque anni. Sarah è solare e molto dolce, ma è anche molto determinata. Ha le idee chiare ed è una femminista.
Asha è la co – protagonista di “Come lacrime nella pioggia”, ha quindici anni e vive a Kailashpur, un villaggio remoto dell’India. È una ragazzina sensibile e sognatrice. Vorrebbe continuare a studiare, invece è obbligata a lavorare per tutto il giorno. Lavora come arrotolatrice di bidis (il bidi è la sigaretta indiana dei poveri). Asha è stata venduta in sposa, e proprio per questo vuole fuggire dal suo villaggio. Vorrebbe essere libera, e grazie a questo suo grande sogno, mostra tutta la sua forza e il suo coraggio nell’andare contro alla mentalità degli uomini indiani.
Il giorno in cui Sarah incontra Asha, rimane piacevolmente colpita dalla determinazione che legge nei suoi occhi. Sarah capisce subito che in Asha brucia una forza nascosta così, lentamente, decide di parlare con lei. Questo è l’inizio della loro amicizia, di un’amicizia pura, senza pregiudizi.
Sarah e Asha diventeranno migliore amiche; a unirle è un forte legame creato da un grande affetto, da quella determinazione e voglia di sognare che condividono.
Le altre donne che abitano a Kailashpur non hanno la stessa voglia di ribellione di Asha, ecco perché Sarah si aggrappa a lei, ecco perché non può rimanere indifferente davanti a tutto quello. Secondo Sarah una ragazzina di quindici anni dovrebbe studiare e vivere nella spensieratezza, mentre Asha è costretta a lavorare tutto il giorno, è costantemente picchiata ed è stata venduta in sposa. Tutto questo è semplicemente inaccettabile e a peggiorare la situazione ci sono gli uomini del villaggio, che vogliono mettere a entrambe i bastoni tra le ruote.
Sarah, nonostante Asha sia una ragazzina indiana, si rivede in lei. La sua determinazione si rispecchia in quella di Asha, così come la sua forza. Ecco perché per Sarah liberare Asha diventerà uno scopo nella vita. Grazie alla loro amicizia e grazie a quelle similitudini che avvicinano due ragazze così diverse, Sarah si schiererà completamente dalla parte di Asha.
Niente, però, è mai come sembra. E le cose peggiorano gravemente quando gli uomini del villaggio decidono di tendere una trappola a Sarah e Asha…

  1. Come mai Sarah vivrà per svariati mesi in un villaggio remoto dell'India?

Il fidanzato di Sarah, Abhai Mailakar, è nato in un villaggio remoto dell’India, Kailashpur, che si trova nello stato del Chhattisgarh, e con suo padre cercò fortuna a New York all’età di cinque anni.
Sarah e Abhai presto vorranno sposarsi, ma prima di farlo Sarah vuole conoscere ogni cosa di Abhai, incluse le sue origini. Ecco perché, prima di convolare a nozze, i due decidono di fare un viaggio nell’India e di recarsi da un cugino di Abhai che vive ancora a Kailashpur. Non solo Sarah vuole vedere con i propri occhi il villaggio in cui è nato Abhai, ma poiché Abhai non ricorda quasi niente del suo villaggio e della madre morta quando lui ora ancora un bambino, Sarah spera che, grazie a quel viaggio in India, il suo fidanzato riuscirà a dare un senso a quei ricordi confusi.
Nessuno dei due sa che in quel villaggio remoto vive anche Asha, una ragazzina che vuole disperatamente andarsene da quel villaggio, dalle leggi ristrette dell’India, dal potere degli uomini, dalla violenza…


  1. I diritti delle donne sono un argomento di cui non se ne parla mai abbastanza, ma secondo la tua opinione quali sono stati i passi avanti che sono stati fatti in questi anni e invece quali sono i punti ancora da modificare perché ci sia una perfetta parità fra i sessi e soprattutto, questo equilibrio si potrà mai raggiungere?

Sicuramente di questo argomento si parla sempre poco, comunque nel corso degli anni ci sono stati dei grandi passi avanti per le donne, ma questi passi sono ancora pochi.
Se nei Paese occidentali le donne possono godere di ogni diritto, possono lavorare e possono votare, non si può dire lo stesso per molti altri Paesi.
Tre quinti del miliardo di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà sono donne. Dei 960 milioni di alfabeti, due terzi sono donne, ragazze e bambine. Ogni giorno 1600 donne e più di 10.000 neonati perdono la vita a causa di complicazioni dovute alla gravidanza e al parto. Una donna su cinque nel mondo ha subito dei casi di violenza.
Questi sono soltanto alcuni dati, e parlando dell’India, nonostante fortunatamente nelle grandi città indiane sempre più donne stanno trovando il loro posto nel mondo, lo stesso non si può dire delle donne, ragazze, bambine e madri che vivono nei villaggi rurali.
In India una donna non è nessuno e non ha alcun diritto. Si stima che ogni venti minuti una donna in India sia violentata, e se si rivolge alla polizia, non riceve nessun aiuto.
Le ragazzine nei villaggi rurali dell’India sono spesso obbligate a smettere di studiare all’età di quattordici anni (se non prima) e sono costrette a lavorare, oppure sono vendute in matrimoni combinati. Inoltre, sono venuti alla luce ripetuti casi in cui delle ragazzine sono state avvicinate da uomini che promettono loro una vita migliore fuori dal villaggio e un lavoro sicuro. Speranzose, quelle ragazzine si fidano di quegli uomini, ma alla fine saranno picchiate, abusate, rinchiuse, vendute ad aste oppure costrette a prostituirsi.
Sono qui oggi per parlare del mio romanzo “Come lacrime nella pioggia”, delle condizioni di vita delle donne indiane, dei diritti delle donne, della coraggio delle donne e della forza che si nasconde dietro a delle amicizie vere, profonde.

I punti da modificare affinché ci sia una perfetta parità tra i sessi sono ancora molti, moltissimi. Basta pensare che, molte volte, le donne nei villaggi rurali sono educate a tenersi tutto dentro, a non raccontare episodi di violenza e di abuso. Fino a quando non cambierà la mentalità di ogni vittima, allora i padroni esisteranno.
Inoltre, troppo spesso le vittime che invece vorrebbero urlare e chiedere aiuto non ne hanno la possibilità perché nessuno ascolta le loro grida, perché le loro richieste di aiuto sono silenziose, soffocate da uomini – padroni e dalla corruzione della polizia.
Durante la stesura di “Come lacrime nella pioggia” ho letto tantissime testimonianze in cui le vittime cercavano aiuto, solo che non sapevano a chi rivolgersi. In India, infatti, per una bambina la persecuzione comincia ancora prima della sua nascita e intorno a lei non ha nessuno, davvero nessuno, cui rivolgersi.
Basta pensare a tutti quei casi in cui ragazzine violentate, che dopo tutto quello che avevano subito riuscivano comunque a trovare dentro di loro la forza per dire basta, venivano minacciate. Alla fine, molte di loro sono state uccise proprio perché non avevano nessuno che potesse difenderle, proteggerle.
Chi lo sa, forse prima o poi potremo raggiungere una perfetta parità fra i sessi, anche se adesso siamo ancora lontani da questo traguardo. Io, però, non voglio smettere di parlare dei diritti negati delle donne e di tutte le atrocità che donne, madri, ragazzine e bambine subiscono ogni giorno in India e in altre parti del mondo (anche in Italia). Credo che ognuno, nel suo piccolo, possa fare qualcosa. L’unione fa la forza e spero tanto che, presto, si possa davvero vivere in un mondo di pace, privo d'ingiustizie e dove nessuna donna, neanche una, sia più costretta a essere nessuno.


  1. Quanto tempo ci hai impiegato per scrivere questo romanzo?

Prima di scrivere “Come lacrime nella pioggia” ho dovuto trasformare le mie idee in qualcosa di concreto. All’inizio non sapevo se avrei avuto materiale a sufficienza per tirarne fuori un libro, così ho trascorso numerose giornate a fare ricerche. Quando ho capito che avrei potuto trovare molte informazioni, allora ho deciso che le mie idee sarebbero diventate un libro. Ho letto numerose testimonianze di ragazzine indiane che abitano nei villaggi rurali, picchiate, vendute, costrette a prostituirsi e obbligate a lavorare e a smettere di studiare. Ho guardato filmati e svolto numerose ricerche per capire lo stile di vita indiano, e anche per scoprirne di più su Kailashpur, e spero di non aver commesso nessun errore. Tra appunti, ricerche, stesura del testo e fasi di editing, ho impiegato un bel po’ di tempo a scrivere “Come lacrime nella pioggia”, ma l’avventura è appena cominciata. Perché prima un autore ha un’idea, la ascolta, la sviluppa, scrive il testo del romanzo e lo corregge, ma poi arriva il momento in cui decidere se far compiere o no un viaggio al proprio libro. Io ho deciso di farglielo compiere e ho scoccato la freccia, indirizzandola ai lettori. Non so quali lettori saranno colpiti da “Come lacrime nella pioggia”, ma sicuramente il supporto dei miei lettori e dei blogger è molto importante.

  1. Credo che la tue iniziativa per Amnesty International e per la petizione siano dei gesti veramente ammirevoli, puoi parlarcene?

Grazie per le tue parole. L’unione fa la forza, ne sono completamente convinta.
Ho deciso di rendere “Come lacrime nella pioggia” leggibile gratuitamente (per ricevere il testo in PDF basta sofiaromanzo@yahoo.it) perché, in questo modo, incoraggio i lettori a sostenere Amnesty International, che da cinquant’anni si occupa di difendere i diritti umani e si riconosce nei principi della solidarietà internazionale, oppure a firmare una petizione che ho lanciato su Change.org, indirizzandola al governo indiano, per migliorare le condizioni di vita delle donne. Firmare la petizione è gratuito.
inviarmi un’e-mail all’indirizzo

Sostenere Amnesty International vuol dire difendere i diritti e le libertà fondamentali di ogni essere umano, e sono rimasta impressionata dal loro lavoro e dalle varie iniziative.
Immagina essere una donna dell’India e di vivere costantemente nella paura. Immagina sapere che, intorno, non hai nessuno pronto a proteggerti.
Deve essere terribile, eppure per una donna indiana tutto questo rappresenta la sua realtà, la sua vita.
Sono fermamente convinta che ognuno dovrebbe godere dei diritti basilari, ecco perché ho deciso di appoggiare Amnesty International, la più grande Organizzazione non governativa per la protezione e la difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo!
Ci sono moltissimi modi per sostenere Amnesty. Con una donazione (donare è semplice e sicuro, e una persona, una famiglia, un’azienda e/o uno studente possono donare anche una quota libera!), manifestando al fianco di Amnesty, iscrivendosi alla Newsletter dell’associazione oppure facendo shopping. Gli articoli a marchio Amnesty International sono prodotti del commercio equo e solidale!
Per maggiori informazioni, visita il sito:

Firmare la mia petizione è semplice, gratuito e veloce. E può davvero fare una differenza.
Ho lanciato la mia petizione su Change.org (piattaforma online gratuita di campagne sociali), elencando le ingiustizie che le donne indiane subiscono giornalmente.
Essere nessuno per una donna indiana è la sua condanna.
Bambine, ragazzi, donne, madri… nessuna di loro può alzare la testa, può dire no, può scappare dalle atrocità che le circondano. Se provano a farlo, spesso sono punite, minacciate. Uccise.
È arrivato il momento di dire basta. Ecco perché ho lanciato una petizione indirizzandola al governo indiano, perché spero in un cambiamento, anche piccolo, che possa migliorare le condizioni di vita delle donne indiane.
Quando la mia petizione avrà raggiunto un elevato numero di firme, allora la porrò nuovamente all’attenzione del governo indiano, o di chiunque altro potrebbe fare una differenza, mostrando che persone da tutto il mondo, come noi dall’Italia, vogliono dire basta alla violenza sulle donne.
Affinché la mia petizione possa crescere, ha bisogno anche della tua firma.
Firma oggi, farlo è veloce, semplice e gratuito.
Grazie!

  1. Un ultima domanda, i tuoi titoli sono sempre straordinariamente originali, da dove viene “Come lacrime di pioggia”?

Grazie per i tuoi complimenti!
I titoli per i miei romanzi arrivano quando meno me lo aspetto. Sia per “Quando dal cielo cadevano le stelle” sia per “Come lacrime nella pioggia”, è successo all’improvviso. Per il primo titolo, del mio romanzo d’esordio sulla Shoah, ricordo che ero in spiaggia quando d’un tratto pensai “gli ebrei durante il nazismo erano spesso definiti dalla stella di David, che fino alla metà del ’44 era anche cucita sulle casacche a strisce dei prigionieri di campi di concentramento come quello di Auschwitz. Il mio titolo deve parlare anche delle stelle, di un periodo in cui le stelle erano strappate dal cielo - come gli ebrei erano strappate dalle loro case - per essere cucite sulle vesti degli ebrei e sulle casacche a strisce dei deportati. Di quel periodo in cui, senza alcuna spiegazione, gli ebrei perdevano tutti e tutto. Di quel periodo in cui perdevano la dignità, in quel periodo in cui le stelle cadevano dal cielo”.
Per quanto riguarda “Come lacrime nella pioggia”, invece, ricordo che ero a casa quando d’improvviso decisi d’intitolare il mio romanzo in questo modo. Volevo un titolo che incuriosisse e che, allo stesso tempo, fosse drammatico. Perché la storia di Sarah è Asha, nonostante la loro forza e il loro coraggio, è cruda e drammatica. “Come lacrime nella pioggia” è un titolo che può dire molte cose…
Sono arrivata alla fine di questa intervista. Grazie ancora per avermi ospitata nel tuo blog Giulia e per le belle domande. Un grazie anche a tutti i tuoi lettori!

Ringrazio la Scrittrice per averci dato la possibilità di parlare di argomenti così importanti e per aver risposto alle mie domande.

E VOI CARI LETTORI, COSA NE PENSATE?

_Giulietta_

INTERVIEW TIME

Buon lunedì cari lettori, 
so che vi aspettavate di vedere la rubrica "Il libro della settimana", ma per questa volta faremo un eccezione e la rubrica slitta a domani; Perché dovete sapere che oggi, 19 Maggio 2014, Escono due libri di cui avete già visto l'anteprima: FINO ALL'ULTIMO RESPIRO e COME LACRIME NELLA PIOGGIA!

Proprio per questo avvenimento ho deciso di farvi una sorpresa, con due interviste alle autrici di questi romanzi! 

Intervista a Rebecca Domino


  1. Prima di tutto ti ringrazio per avermi concesso questa intervista e poi ti faccio i complimenti per la copertina, è davvero magnifica, come mai l'hai scelta?

Grazie a te per lo spazio che mi concedi e per i complimenti per la copertina. All’inizio, quando cercavo una foto da usare per la copertina, pensavo più a un’immagine con due ragazze, ma poi mi sono accorta che non era semplice trovare immagini in cui una delle due fosse calva (Coleen ha perso i capelli a causa della chemio). Navigando sul sito Stockfresh.com mi sono imbattuta nella copertina che vedete adesso e subito ho pensato “è perfetta”. E’ diversa da quello che immaginavo, ma calza a pennello per il mio romanzo. La ragazza in copertina rappresenta Allyson e, dato il titolo “Fino all’ultimo respiro”, mi piace come il soffio – ovvero il respiro – che esce dalle labbra della ragazza riesca a far volare i semi del soffione. Il soffione ha vari significati, è un simbolo di vita e rappresenta il percorso nella nostra esistenza. Soffiando i semi del soffione, si spinge il seme stesso verso il suo futuro. Allo stesso tempo, il soffione rappresenta anche la libertà e la felicità. I toni delicati della foto mi sono piaciuti subito. Secondo me è una copertina poetica, che anticipa la delicatezza dell’amicizia fra le due protagoniste del romanzo e l’eternità che vela ogni loro istante; il respiro, grande protagonista del romanzo come simbolo di vita, ha una parte fondamentale in questa bellissima immagine.

  1. La Leucemia è una malattia terribile che rende complicata la vita dei ragazzi che la contraggono; spesso vengono emarginati dagli altri che non comprendono a pieno, il peso che questi ragazzi devono sopportare, ma a volte la solidarietà fra i giovani ci sorprende, infatti essi sono molto spesso più maturi degli adulti e riescono ad affrontare meglio di loro i momento di difficoltà; la mia domanda è questa, Allyson e Coleen come hanno fatto a superare questa malattia, accantonandola e trovando la speranza in una situazione come questa, dov'è facile buttarsi giù e perdere la voglia di vivere?


La tua domanda è molto interessante. Come faccio prima di cominciare ogni romanzo, mi sono documentata sull’argomento che avrei trattato, in questo caso il cancro negli adolescenti. Ho letto, visto e ascoltato numerose testimonianze di ragazzi e ragazze con il cancro e in quelle storie ho trovato sì paura, dolore, morte e incertezze ma, più di ogni altra cosa, ho trovato coraggio, altruismo, risate e voglia di vivere! La leucemia è il cancro del sangue. Sicuramente, come tutti i tipi di tumore, cambia radicalmente la vita di chi la
contrae. Essere diagnosticati con il cancro è terribile a qualunque età ma durante l’adolescenza è particolarmente difficile accettare questa diagnosi, che spesso arriva all’improvviso, perché la persona è in un periodo della vita in cui dovrebbe dedicarsi solo alla scuola o al lavoro, a divertirsi e a uscire con gli amici, e inoltre sta muovendo i primi passi verso la propria indipendenza. Il cancro pigia il tasto “pausa” nelle vite di questi giovani che si ritrovano a dover posporre a data da definire i progetti a breve e lungo termine e le cui vite diventano improvvisamente diverse da quelle della maggior parte dei loro coetanei. Sì, sono d’accordo con te quando dici che i giovani affrontano il dolore e le difficoltà in maniera migliore rispetto agli adulti; naturalmente ci sono anche adulti che reagiscono con coraggio e sorrisi ma in tutte le storie di giovani con il cancro, nonostante si parlasse anche dei momenti “no” e delle difficoltà, ho sempre avuto l’impressione che quelle persone avessero una forza interna indescrivibile. Nel mio romanzo faccio vedere come molte persone sane spesso si allontanino da chi si ammala, come succede alle amiche di Coleen, perché loro crescono, i loro percorsi vanno avanti mentre la vita di Coleen, ai loro occhi, diventa statica, incomprensibile, un susseguirsi di paroloni medici, sedute di chemio e sempre con la paura della morte. Per fortuna ci sono molti giovani con il cancro che hanno degli amici vicino e nel mio romanzo possiamo vedere benissimo come per Coleen sia fondamentale la vicinanza di Allyson, perché sono coetanee e passando il tempo con lei, Coleen a volte riesce a sentirsi nuovamente normale. Allyson, dall’altro lato, beneficia in maniera incredibile della sua amicizia con Coleen, un’amicizia che Coleen stessa vuole rendere il più paritaria possibile e infatti in alcune occasioni aiuta o consiglia Allyson. Chiunque si aspetterebbe che Coleen, in quanto malata, venga aiutata dalla sua amica, eppure sarà proprio Allyson, nel corso del romanzo, ad apprendere da Coleen gli insegnamenti più importanti che potrà mai avere. Per Coleen, la diagnosi è stata il momento in cui la vita le ha dato uno schiaffo e si è resa conto che stava buttando via i suoi giorni senza fare niente di particolare, lamentandosi delle piccolezze, ecc… Allyson ha la fortuna di vedere e capire il vero senso della vita senza doverne pagare il prezzo. Allyson e Coleen non superano la malattia e non la ignorano; Coleen vuole che se ne parli perché la leucemia fa parte di lei. Anch’io, prima di cominciare le ricerche per il romanzo, pensavo che essere diagnosticati con il cancro fosse un motivo più che sufficiente per arrabbiarsi, abbattersi e perdere la voglia di vivere, per questo sono rimasta basita di fronte al coraggio e all’amore per la vita di tutti gli adolescenti che ogni giorno affrontano il dolore, le cure, le paure e continuano a sorridere. Questo è uno dei punti cruciali del mio romanzo: spero che, leggendolo, il lettore si ritrovi a bocca aperta come me di fronte a così tanta voglia di vivere e al travolgente entusiasmo di chi deve soffrire molto dal punto di vista fisico, e spero che terrà dentro di sé gli insegnamenti che, attraverso Coleen, voglio diffondere, gli stessi insegnamenti che ho appreso dalle parole di questi piccoli, grandi eroi.


  1. Voglio girare a te due domande che mi hanno incuriosita vedendole nella trama del tuo libro: E' possibile non avere paura della morte? Ed è possibile insegnare a vivere?

Più o meno inconsciamente tutti abbiamo paura della morte e penso che sia normale, perché non sappiamo che cosa succederà una volta in cui smetteremo di respirare e tutte le funzioni del nostro corpo cesseranno. Naturalmente spero di morire da vecchia e spero di farlo in maniera veloce e indolore, ma penso che questa sia una speranza che accomuna un po’ tutti. Cerco di non pensare molto alla morte, per il semplice fatto che adesso sono viva. Personalmente credo nella reincarnazione, io stessa ho avuto delle piccole prove dell’esistenza delle vite passate, è una cosa in cui credo fermamente perché nella mia vita ho sperimentato sulla mia pelle cose che, altrimenti, non sarebbero state razionalmente possibili e allo stesso modo credo che, dopo la morte, l’anima continui la sua vita, solo che perde la fisicità e si ritrova in una sorta di “mondo diverso”. Per esempio, tempo fa una cugina di mia madre che abita a Torino (noialtri abitiamo in Toscana) ci telefonò sconvolta per dirci che nell’ospedale dove lavora lei c’e’ una collega che dice di avere dei poteri da sensitiva e di vedere i morti (io sono sempre un po’ scettica su queste cose, specialmente se ci sono di mezzo richieste di soldi, ma questo non era il caso). Questa donna si è avvicinata alla cugina di mia madre e le ha detto che lì vicino a lei vedeva una giovane donna bassa e minuta, con i capelli neri e gli occhi verdi, che diceva di stare bene e di passare tanto tempo ricamando. La descrizione divenne ancora più dettagliata e la cugina di mia mamma ha capito subito che quella era mia nonna - morta quando avevo tredici anni - da giovane (anch’io ho visto delle sue foto ed era davvero come nella descrizione) e infatti le piaceva tantissimo ricamare. Il fatto è che quella donna, che noi non abbiamo mai visto di persona, non poteva sapere niente di mia nonna eppure l’ha descritta per filo e per segno sia nel fisico sia nei modi di fare. Ecco, episodi del genere ti fanno riflettere. In generale, quindi, credo che dopo la morte ci sia dell’altro. Penso che questa vita terrena sia solo una parentesi d’infinito e, lo ripeto, penso che torneremo qui e che ognuno di noi viva più di una volta. La seconda domanda, se è possibile insegnare a vivere, ha una risposta che secondo me è più semplice: nella mia opinione sì, è possibile insegnarlo. Spesso sono proprio le persone che meno se ne rendono conto a dare questi insegnamenti e lo fanno in maniera quasi inconsapevole. Che cosa vuol dire vivere? Ognuno da’ la propria risposta ed io penso che non ci siano risposte giuste o sbagliate. Chi mi segue sa che parlo piuttosto spesso della storia di Stephen Sutton, il diciannovenne inglese il cui cancro è diventato terminale due anni fa, e che nonostante questo ha usato il poco tempo che gli rimaneva da vivere per raccogliere oltre tre milioni di sterline a favore di Teenage Cancer Trust, continuando a lottare, a ridere e riuscendo a ispirare milioni di persone in tutto il mondo. Ecco, sì, penso che persone come Stephen possano ispirare gli altri, persone che parlano con il cuore e che riescono a vedere la vera grandezza di tutto, la bellezza insita in ogni cosa. Non sono mai stata una ragazza superficiale, mi piace guardare il cielo e il mondo, sono introspettiva e non me ne importa assolutamente niente di tutte le sciocchezze inventate dalla mente umana (i soldi, le regole della società, ecc…) ma mi ritengo molto fortunata perché per cercare informazioni sulla vita degli adolescenti con il cancro mi sono ritrovata a leggere e ascoltare le loro storie e, anche se non conosco nessuno di loro di persona, le loro storie mi hanno toccata molto. Quei ragazzi ci ricordano che la vita e la morte si prendono per mano e che la morte arriverà per tutti, ma siamo vivi, lo saremo fino all’ultimo respiro e sta a noi scegliere come vivere questa vita.

  1. Vorrei riportarti un attimo al tuo primo libro e chiederti se ci sono dei punti in comune fra l'amicizia nella “La mia amica ebrea” e quella che si instaura fra Allyson e Coleen.

Le amicizie fra le protagoniste dei miei due romanzi sono molto diverse fra loro ma sì, hanno dei punti in comune. Sono entrambe amicizie forti, sincere e profonde fra due adolescenti che devono affrontare delle difficoltà più grandi di loro. In “La mia amica ebrea” la protagonista è Josepha, una quindicenne che vive nell’Amburgo del 1943 ed è “ariana”. Indottrinata da Hitler a pensare che gli ebrei fossero il male, la sua vita cambia quando il padre nasconde una famiglia di ebrei nella soffitta di casa. Fra loro c’e’ Rina, sua coetanea. Quella è un’amicizia che va oltre gli orrori della Storia, oltre l’indottrinamento di un popolo e che va a scavare nell’animo umano per ricordarci che, nonostante tutto, durante le più grandi tragedie ci sono sempre dei semi di speranza. Il mostro contro cui devono combattere Allyson e Coleen, invece, non è frutto della pazzia e della cattiveria umana, come nel caso di Hitler che getta un’ombra sull’amicizia fra le protagoniste de “La mia amica ebrea”, ma è il cancro. Nessuno sa perché un adolescente piuttosto che un altro si ammala di tumore. E’ stato un caso se Coleen è malata e Allyson è sana. La storia si svolge ai giorni nostri e l’amicizia fra le due ragazze nasce in maniera improvvisa, sconvolgendo principalmente la vita di Allyson, che in diciassette anni non ha mai avuto motivo di pensare seriamente alla morte oppure ai suoi coetanei che hanno il cancro. In entrambi i romanzi le protagoniste devono venire a patti con la morte, seppur in maniera diversa: nel mio libro d’esordio Rina, la giovane ebrea, rischia costantemente di essere deportata e molti tedeschi che aiutarono gli ebrei pagarono questa ribellione con le loro vite, mentre in “Fino all’ultimo respiro” la morte è qualcosa di cui si parla più spesso, qualcosa che si porterà via Coleen se lei non riuscirà a sconfiggere la leucemia. In entrambi i libri le ragazze sono forti e determinate, ma anche sensibili, introspettive, dolci e confuse come tutte le adolescenti di ogni periodo storico. Tutte e quattro si trovano in un periodo delle loro vite in cui sono in procinto di fare il salto dalla giovinezza all’età adulta e ognuna reagisce in modo diverso. In entrambi i libri ho voluto ricordare che sentimento meraviglioso è l’amicizia, i veri amici sono coloro che rimangono al nostro fianco anche quando la situazione si fa davvero dura o pericolosa, rischiando di farsi male a loro volta sia emotivamente sia fisicamente. Sono due libri sulla speranza e sul coraggio, due storie d’amicizia che fanno riflettere attraverso gli sguardi di quattro protagoniste che porterò sempre nel mio cuore.

  1. So che il tuo libro promuove le donazioni per l'associazione Teenage Cancer Trust, puoi parlarcene?

Certo. Quando mi sono ritrovata coinvolta, seppur soltanto empaticamente, nelle storie
degli adolescenti con il cancro, ho capito che non avrei mai potuto incassare neanche un centesimo dalla vendita del romanzo, altrimenti, mi sarei sentita in colpa. Ho vissuto a Londra per un anno e avevo già sentito parlare di Teenage Cancer Trust. Penso che quest’ente benefico inglese, attivo da ventiquattro anni, sia fondamentale per gli adolescenti e i giovani adulti (13-24 anni) con il cancro. Con ventisette reparti sparsi in tutto il Regno Unito e altri sette in progettazione, con personale medico specializzato nella cura dei giovani, Teenage Cancer Trust offre una “casa lontano da casa” dove i giovani con tumore possono essere curati insieme con ragazzi e ragazze della loro età, evitando così di sentirsi soli, e possono divertirsi leggendo libri e giornali, ascoltando la musica, giocando a biliardo, ecc… inoltre, hanno la possibilità di tenersi in contatto con i loro professori per non rimanere indietro con il programma della scuola d’appartenenza. Per le persone che lavorano a Teenage Cancer Trust, un ragazzo malato di cancro è prima di tutto un giovane e poi un malato di oncologia. Uno degli scopi principali dell’ente benefico è proprio favorire le relazioni fra giovani con il cancro. L’evento “Find your sense of tumour”, per esempio, permette a circa trecento adolescenti con il cancro di confrontarsi e stringere nuove amicizie. Supportato esclusivamente dalle donazioni di aziende e privati, Teenage Cancer Trust organizza anche eventi per la raccolta fondi, i più famosi sono i concerti alla Royal Albert Hall di Londra, tenuti da celebrità musicali. Oltre a occuparsi a tutto tondo degli adolescenti con il cancro, Teenage Cancer Trust offre supporto ai famigliari e agli amici, si occupa della ricerca (per aumentare sempre di più la speranza di sopravvivenza), offre informazioni gratuite sia online sia con incontri nelle scuole perché gli adolescenti conoscano meglio il cancro e ne conoscano i sintomi, organizza annualmente una conferenza per medici e infermiere che lavorano con i giovani… ho scelto di supportare, nel mio piccolo, Teenage Cancer Trust perché fa una differenza indicibile nelle vite dei giovani con il cancro, aiutandoli a continuare a sorridere e a vivere una vita normale, perché avere il cancro non significa dover smettere di vivere.
Invito tutte le persone che stanno leggendo queste parole a parlarne anche ai loro famigliari e amici, perché tutti insieme, nel nostro piccolo, possiamo fare la differenza. Vi lascio il link diretto alla mia pagina sulla piattaforma Justgiving, che ospita gli enti benefici regolarmente registrati. La donazione è veloce, semplice e sicura e il denaro viene mandato direttamente nel conto bancario di Teenage Cancer Trust. Uniamoci tutti, rinunciamo a un caffè, a qualcosa che non è indispensabile e doniamo 10 Euro, 5 Euro o anche solo 1 Euro a Teenage Cancer Trust perché quei ragazzi con la loro forza, i loro sorrisi e il loro amore per la vita, lo meritano davvero ed è il nostro modo per dire loro “grazie di quello che c’insegnate ogni giorno”.

  1. Credo che per la protagonista Coleen l'essenziale sia non vedere la compassione negli occhi degli altri e vivere una vita “normale”, puoi descriverci il suo carattere?

Sì, Coleen desidera soltanto una vita normale. Le è stata diagnosticata la leucemia a quattordici anni e mezzo in maniera totalmente improvvisa. Nel momento in cui ha saputo di avere il cancro, la sua vita è cambiata per sempre. Lei è cambiata per sempre. Nel libro ci sono accenni al periodo subito dopo la diagnosi in cui Coleen – che all’inizio del romanzo è già piuttosto avanti nella sua battaglia e quindi è più forte – ammette di aver avuto momenti di sconforto e di essere caduta in depressione per qualche mese. La sua passione più grande, oltre il disegno e la musica dei suoi beniamini, è la corsa, ma a causa della malattia e della stanchezza provocata dai trattamenti come la chemio, ha dovuto metterla da parte. Coleen vorrebbe tornare a correre, vorrebbe tornare a frequentare la scuola, ma durante i due anni e mezzo di malattia ha passato moltissimo tempo in ospedale e non ha potuto studiare tanto quanto avrebbe voluto. I rapporti con le sue amiche di sempre sono cambiati con il passare dei mesi, perché loro vanno a farle visita in ospedale ma non sanno bene come comportarsi con lei. Il cancro mette in pausa le vite di persone come Coleen, mentre i loro coetanei continuano ad andare avanti, proiettati verso il futuro. Coleen detesta la compassione negli occhi degli altri, detesta il pensiero che certe persone possano trattarla con i guanti solo perché ha il cancro (infatti dice che, se non è una colpa averlo, non è neanche un merito), allo stesso tempo però capisce che per certe persone, come i suoi genitori e Allyson, non è semplice far finta che lei sia sana e infatti a volte tendono a viziarla un po’. Durante il romanzo Coleen affronta molte difficoltà legate alla sua malattia, deve sottoporsi a sessioni di chemio che spesso la fanno sentire uno straccio e le fanno passare i giorni a letto, con la bacinella sempre a portata di mano; deve affrontare un trapianto di midollo osseo… ma nel frattempo conosciamo anche la sua personalità e quel suo desiderio di normalità che si rispecchia anche nella sua cotta per un ragazzo che, però, non la ricambia. Questo è un tasto dolente per Coleen, ma lei non è ancora guarita e dentro di sé capisce le motivazioni di quel ragazzo. Come i suoi coetanei, Coleen ha dei sogni: “da grande” vorrebbe diventare insegnante di disegno e s’impegna più che può per rimettersi in pari con lo studio. Caratterialmente è una ragazza dolce, forte e altruista; non vuole che gli altri mettano in pausa le loro vite solo perché lei si è ammalata, e non vuole tenere Allyson legata a sé, infatti, ad esempio, la sprona a prendere parte ad attività cui lei non può unirsi. Coleen è anche molto introspettiva, sente di essere cresciuta più in fretta rispetto ai suoi coetanei sani e spesso si ritrova a pensare al senso della vita, alla morte e a tutto quello che ha imparato da quando le hanno diagnosticato la leucemia. E’ una ragazza indubbiamente molto forte, che nel corso del romanzo si ritrova ad avere a che fare con decisioni che neanche un adulto dovrebbe prendere. Coleen alterna forza e debolezza, dolcezza e frustrazione, ma rimane sempre un personaggio estremamente positivo, totalmente innamorata della vita, determinata a viverla giorno per giorno, intensamente come non ha mai fatto prima di ricevere la sua diagnosi. Come tutti i personaggi che scrivo, Coleen è nata spontaneamente dentro di me, si è fatta conoscere e ho scoperto la sua aria sbarazzina, la sua lingua lunga e le battute che si diverte a fare, ma dato il tema del romanzo ho inserito in Coleen i messaggi di forza, altruismo, coraggio e amore per la vita che ho riscontrato nelle numerose testimonianze degli adolescenti che vivono con il cancro. Quindi, direi che Coleen è un’amica con cui ridere e piangere, con cui scherzare e parlare del giorno del funerale, è una ragazza che, con sguardo limpido, accompagna il lettore attraverso giorni scanditi dal dolore, dalle preoccupazioni e dall’ombra della morte, solo per accorgersi, alla fine, che grazie a lei di quei giorni abbiamo visto solamente il sole.

  1. L'ultima domanda, c'è un motivo per cui hai scelto la Scozia come ambientazione del tuo romanzo?

Purtroppo in Italia gli adolescenti con il cancro sono una realtà di cui si parla pochissimo e si ritrovano spesso in una sorta di “terra di nessuno”, pertanto non sentivo di avere le basi necessarie per ambientare il romanzo nel mio Paese. Avendo vissuto nel Regno Unito e sapendo che avrei sostenuto con il mio romanzo il meraviglioso lavoro di Teenage Cancer Trust ho pensato di ambientare la storia lì. Ho scelto la Scozia per i suoi bellissimi paesaggi, violenti, veri, vivi; i cieli gonfi di nuvole scure e Allyson e Coleen che guardano la rabbia e la forza del mare, il volo dei gabbiani… sono luoghi che secondo me parlando al lato più profondo dell’animo umano e intensificano le emozioni vissute dalle protagoniste e dal lettore.
Grazie per tutte le tue belle domande, Giulia, e per lo spazio che mi hai dato sul tuo blog. Ricordo ai miei lettori che sul mio blog http://rebeccadomino.blogspot.it potete essere sempre aggiornati sui miei lavori e trovare recensioni, segnalazioni, press, articoli ecc… inoltre c’e’ un settore dedicato a Teenage Cancer Trust e alle storie dei piccoli, grandi eroi che ogni giorno vivono con il cancro e consiglio a tutti di darci un’occhiata. 

Vorrei ringraziare questa scrittrice per la sua disponibilità e per le risposte esaustive che ci ha dato! 

ADESSO MI RIVOLGO A VOI CARI LETTORI, QUAL'E' LA VOSTRA OPINIONE?

_Giulietta_ 

venerdì 16 maggio 2014

Tarte aux Fraises

Eccoci qui con una new entry per la rubrica "Il libro dei dolci", una ricetta francese che io adoro, la TARTE AUX FRAISES. Senza contare che maggio è il mese delle fragole per eccellenza, quindi perché non cimentarsi con questi golosissimi dolci che mi fanno venire l'acquolina in bocca solo al pensiero?

TARTE AUX FRAISES


Ingredienti per 6 persone:

Per la pasta brisè 
150 gr di Farina
75 gr di burro 
50 ml di acqua 
un pizzico di sale 

Per la Crema
1/2 litro di latte
4 uova 
80 gr di zucchero 
30 gr di farina 
30 gr di amido di mais
vaniglia 
e naturalmente FRAGOLE 

Procedimento per l'impasto:
Avete due alternative: o mettere tutto nell'impastatrice e far fare a lei il lavoro sporco o tirarvi su le maniche ed andare di forza manuale, i passaggi comunque sono gli stessi, di pende se volete fare un po' di ginnastica per mangiare una tortina in più ;) 
Mischiate la farina con l'acqua e il pizzico di sale e poi aggiungete il burro sciolto, impastate fino ad ottenere
un composto morbido ed omogeneo; poi mettetelo in un contenitore chiuso e lasciatelo in frigo, per il tempo che vi serve per preparare la crema, circa un quarto d'ora.
Quando sarà riposata, tiratela fuori dal frigo e stendetela con un mattarello altro olio di gomito su un asse, dopodiché con un coppa pasta ricavate dei cerchi da mettere in dei piccoli contenitori precedentemente imburrati; se avete poco tempo va benissimo anche una teglia grande, per fare un unica torta invece di tante piccole, il gusto sarà lo stesso, ma il tempo dimezzato ;) Infornate il tutto in forno ventilato a 180 gradi per una trentina di minuti (finché la pasta non sarà dorata) e ricordatevi di bucherellare bene il fondo, altrimenti crescerà e farci stare dentro la farcitura, sarà un impresa molto complicata :) 

Procedimento per la crema 
La farcitura è una semplice crema pasticcera... portate ad ebollizione il latte con un po' di vaniglia e intanto in un altra pentola mescolate le uova, lo zucchero e le farine in questo ordine facendo ben attenzione a non creare grumi se ce ne sono non importa, c'è il frullatore ad immersione apposta. Poi mettete il tutto su fuoco basso ed aggiungete il latte caldo sempre mescolando, portate il tutto ad ebollizione per un paio di minuti e il gioco sarà fatto! 

Presentazione 

Una volta che tutti gli elementi si saranno raffreddati prendete gli involucri di pasta brisè e riempiteli con la crema, grazie all'ausilio di una sacca a poche, dopodiché tagliate le fragole in quattro e posizionatele sopra le tortine, il risultato finale sarà una favola, e ricordatevi, solamente prima di servirle una bella spruzzata di zucchero a velo ed il gioo è fatto! Bonne apetit! 

_Giulietta_ 

giovedì 15 maggio 2014

Nella Tela del tempo!

Salve carissimi lettori,
E' un po' di tempo che non pubblico una recensione, quindi penso che sia arrivato il momento di riprendersi e ricominciare a scrivere ^.^

Vi presento un libro E-book uscito da poco, si intitola "Nella Tela del Tempo" ed è un fantasy! Spero che la mia recensione vi piaccia e Vi invito a COMMENTARE lasciandomi la vostra opinione in merito! Bene, incominciamo!

Titolo: Nella tela del tempo
Autrici: Barbara Nalin e Tiziana Recchia
Prezzo: 2,99 € su Amazon
Pagine: 336
Voto: 3/5
RECENSIONE

Vorrei avere un mulino portatile con delle tele magiche che mi permettano di viaggiare nel tempo, saltando da un epoca all'altra a mio piacimento: potrei vedere Colombo approdare sulle coste Americane, ignaro di aver scoperto un nuovo continente o chiacchierare amabilmente con Dante, Leopardi, Ungaretti, Shakespeare e tutti i grandi poeti della storia!
Chiunque legga questo libro però, farà molta attenzione a non trovarsi nella situazione di dover giocare con le varie ere, viste le conseguenze devastanti che si potrebbero provocare!

Una trama coinvolgente e complessa che ci porta nella piccola Malta, circondata dal mar Mediterraneo che tutti attraverserebbero volentieri per poter conoscere i Cavalieri dell'isola, teletrasportati dal 1565 direttamente al 2012, per sopravvivere alla crudeltà dei sanguinari Ottomani.

Amava quell'isola, o, meglio, amava tutto quello che aveva a che fare con Malta, perché era proprio come lei: un caleidoscopio indefinito di contraddizioni.”

Un fitto mistero aleggia per tutto il romanzo ed il segreto, verrà svelato, solamente nelle ultime pagine. Degli indizi vengono disseminati attraverso la storia, grazie a delle visioni che Melita, nipote della proprietaria del mulino magico di Tà Kola, ha di una sua lontana parente, Anne, che le svela a poco a poco il proprio passato facendole rivivere le sue stesse emozioni, paure, amori.
Presto Melita e la sorella Sara, capiranno la vera identità di loro nonna Velata e la realtà supererà di gran lunga le loro più sfrenate fantasie.

I cavalieri si sono riuniti al mulino di Tà Kola per un motivo specifico: ritrovare le tele, viaggiare nel tempo e plasmare ancora una volta gli avvenimenti a loro favore, mutando quella battaglia che ormai stava devastando le loro vite a causa dell'immenso potere che è racchiuso nelle tele assegnategli, ma minacciate e deturpate da Selim, perfido imperatore Ottomano. Però un sentimento non previsto renderà insostenibile la missione: l'amore, che arriva inaspettato e li travolge come un fiume in piena. Scombussolando ogni regola e ponendoli davanti a scelte difficili.

Fra di loro c'è un traditore che con le sue azioni ha reso necessario il salto nel tempo, ma chi può aver derogato ai valori che sono alla base dei cavalieri di Malta?
Purezza, Responsabilità, Umiltà, Sopportazione, Fede, Verità, Originalità, Lealtà!
Sono questi gli otto principi che dovrebbero condizionare ogni azione compiuta dai cavalieri. Questi valori sono analizzati uno per uno nel corso dello “Stage” organizzato per il ritrovamento delle tele!
Penso che il soffermarsi su quei valori che sono sempre più sottovalutati nella nostra società sia un'idea brillante, anche se forse avrei ridotto il numero dei principi, perché nel corso del libro li ho trovati un po' ripetitivi.

La trama è molto originale e ricca di colpi di scena, ma lo sviluppò è meno convincente, probabilmente anche a causa della complessità del racconto, pieno di Flashback e di storie che s'intrecciano le une con le altre, è difficile mantenere continuamente il lettore in contatto con i vari avvenimenti. Ho trovato infatti la narrazione un poco incostante, si alternano parti molto coinvolgenti, scorrevoli e appassionanti ad altre più meccaniche e ripetitive. Questo può anche essere dovuto alla difficoltà di un romanzo scritto a quattro mani, perché a mio parere l'unica cosa che manca a questo fantasy molto promettente è una linea “letteraria” ben definita, che va mantenuta per tutto il romanzo ed una buona padronanza di linguaggio, per amalgamare al meglio le vicende che si susseguono.
Troviamo frasi come “La stoffa aveva il colore dell'ambra fragile come una foglia d'autunno” che rasentano la poesia , di cui mi sono innamorata e che mi hanno fatto veramente apprezzare questo fantasy, ad altre troppo ripetitive come “Povero, Muscat, così pieno di se stesso e sempre così troppo concentrato su se stesso!”
Questa è l'unica critica che posso muovere al libro “Nella tela del tempo”. La trama è una componente essenziale, ma deve essere completata da un denso e amalgamato utilizzo delle parole che con la loro magia tengono il lettore con gli occhi incollati alle pagine e lo fanno ricominciare a respirare solamente dopo aver letto la parola fine.

_Giulietta_



lunedì 12 maggio 2014

La Bisbetica Domata

A mio parere William Shakespeare è uno dei migliori commedianti mai esistiti, le sue opere hanno un fascino che non può non essere riconosciuto!

Non so se lo sapete, ma una mia grande passione è proprio la recitazione ed è per questo che non potevo esimermi dal consigliarvi questa opera, una delle mie preferite naturalmente Romeo e Giulietta è imbattibile.

Perciò questa settimana preparatevi ad immergervi nel mondo teatrale con “La Bisbetica Domata”.

Titolo: La Bisbetica Domata [ the taming of the shrew ]
Autore: William Shakespeare
Pagine: 240
Prezzo: 6,00 €

TRAMA:
La vicenda di Petruccio, l'avventuriero veronese che sposa e riesce a soggiogare l'intrattabile Caterina, attirato soprattutto dalla sua ricca dote, è al centro di questo testo dalla comicità irresistibile, ricco di dialoghi arguti e spavaldi, resi con un linguaggio diretto e irriverente. La coppia dei due futuri sposi sa dispiegare una verve teatrale travolgente. Le loro liti furibonde, le loro diatribe, i loro diverbi fanno della Bisbetica domata una delle commedie più riuscite del repertorio shakespeariano.


"Per il grande desiderio che avevo di vedere  la bella Padova, culla delle arti sono arrivato...  ed a Padova sono venuto, come chi lascia | uno stagno per tuffarsi nel mare, ed a sazietà cerca di placare la sua sete."




DRAMATIS PERSONAE

(a) de Prologo:
Un Lord
Christopher Sly, un calderaio ubriaco
Una Ostessa

Un Paggio, alcuni Commedianti, Cacciatori e Servi del Lord

(b) della Bisbetica domata

Baptista, ricco gentiluomo di Padova
Vicentio, vecchio gentiluomo di Pisa
Lucentio, figlio di Vicentio, innamorato di Bianca
Petruchio, gentiluomo di Verona, pretendente di Katharina

Pretendenti di Bianca:
Gremio
Hortensio
Servitori di Lucentio:
Tranio
Biondello
Servitori di Petruchio: 
Grumio
Curtis

Un Pedante

Katharina, la bisbetica
Bianca
Una Vedova

Un Sarto, Un Merciaio, e Servi di Baptista e di Petruchio

scena: In Padova, e nella casa di campagnia di Petruchio


"C'è poco da scegliere frammezzo alle mele marce."
fonti:
il libro

_Giulietta_

sabato 10 maggio 2014

Nuovi acquisti

Ieri mi sono arrivati i due libri che avevo ordinato su www.ibs.it  e sono veramente contentissima, era da non so quanto tempo che volevo la saga di HattyPotter in lingua originale e finalmente ho iniziato l'opera comprando i primi due della serie !



CHE NE PENSATE DEI MIEI NUOVI ACQUISTI? 


IO LI ADORO e non vedo l'ora di leggerli :) 
_Giulietta_

IL BLOG SI SPOSTA

Buongiorno Cari Lettori, lo so, è un po' che non ci sentiamo, però ho una notizia che ci tenevo a comunicarmi dato che, tra alti e ...